lunedì 28 gennaio 2019

Un inno all'affrontare le sventure

recensione di Valeria Parma



“Il dolore fa così:/ prima ammutolisce la bocca/ poi accartoccia i sensi/ ti serra nel suo pugno/ lasciandoti in briciole./ Terriccio da gerani/ uno sminuzzamento preciso,/ una riga nera sulla parola "vedrai"/ lui ti detta i passi come a un cieco/ e cerchi appoggi agli angoli per non cadere/ in una direzione incerta./ Quando riapre la mano, il meglio è fatto/ hai mille domande in bocca,/ smarrimenti da raccontare,/ storie minori da fare ascoltare.”

Intrigante e profonda è la sensibilità di Angela Angiuli, che scrive un’intera raccolta di poesie, Storie di un tempo minore, dedicata al fratello minore deceduto a trentasette anni.
Guidata da una possente forza d’animo, Angela affronta il proprio dolore e ne viene a capo riuscendo addirittura a condividerlo con il pubblico nel modo più naturale possibile.
La sofferenza dell’autrice è stata lenita dalla poesia in cui il fratello ha avuto un ruolo fondamentale:

“La morte ti ha fatto solo voce/ e con quella voce oggi io canto, / prendo da te il filo e lo tesso/ ti do parola, ti suono.” (pagina 11)

In questo modo un fatto tanto tragico diventa la sua ispirazione e una spinta per una sensibilità nuova, più profonda: ecco che appare in lei e nelle sue poesie un amore ancora più genuino.
In questo trionfo dell'Amore sulla morte, Angela mantiene forte la sua fede in Dio:

“È per Te, anche il frutto del mio dolore/ pazientemente venuto alla luce/ è per Te – mio Dio – come conquista d'Amore.”

“Molte di queste poesie le sento come preghiere”: afferma nella postfazione Alessandro Ramberti “aleggia un Tu, un Amore, un Mistero che penetra anche le storie più misere, terribili, oscure…”

Storie di un tempo minore è una ferita aperta da cui ognuno di noi riesce a cogliere qualcosa, è un inno all'affrontare le sventure e a incanalarle nel modo migliore possibile.

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