EDIFICIO - ALTARE
Sveglio prima dell‟albeggiare
sul palmo sanguigno
prese
la prima pietra
e sotto la soglia
per fortuna mise una
moneta d‟oro
e all‟ improvviso vide
che in essa la casa
edificata divenne
monumento e simbolo
crocifero molto più grande
nel sonno che nella veglia
PREGHIERA
Angelo bianco
della parete santa
di Mileševa* 2
scendi tra di noi
e difendici dal male
che ostinatamente fiorisce
nei potenti
sul fondo dell‟orribile veduta
eri nostra consolazione
sii anche salvezza
alla fine del campo fatale
nel nome di questo e di quel mondo
fuoco celeste accendi
riscalda i morti
anche i vivi.
2 ) Mileševa – è un
villaggio nel sud di Serbia conosciuto dagli affreschi del Monastero di Mileševa
LA FAVOLA
Chiunque tu sia, fatti pietra
non è un posto destinato a te
nel nostro giardino
ritorna nella tua oscurità
sul trono funesto
lascia in pace
rami del frutto selvatico
le innesteremo da soli,
esci nella radura
mettiti in campo,
e fatti pietra nel corso del cantare,
nel mio pensiero malefico
non c'è altro,
è l'ultima ora
vattene da dove sei giunto
nel bosco di pietra
dove il gallo non canta
dove il cane non abbaia
SERBIA
Sei una scommessa nella cena del Principe
bandiera nella mano di Boško Jugović *3
ricamo e pianto della sconfortata Jefimija *4
Lettera d'amore nel fondo
di Lazarica e Manasija5
fuoco vibrante ottovocalico
nello specchio cosmico
dolcezza sul volto
della Madonna tri-bracciale
pietra mai strozzata
con nessun battipalo pronto
per il ballo e lo scherzo
con potenti e infedeli
rinchiuso nell‟uccello
con ali eternamente spiegate
con semi nella mano
benedetta del seminatore
progeneri sempre valletti d‟armi
dalle vene sante di quercia
4) Personaggio storico della Serbia
5) Posti e monasteri storici della Serbia
INCENDIARIO
Sulla loro lingua
la nostra casa è bruciata
da tempo
per fortuna non sanno
che la nostra altra dimora
si trova nella lacrima
inessiccabile del Signore
con sua progenie della sorte
Hanno bruciato il nido
auto-creato per vedere
quanti eravamo dentro
ma sotto la cenere
non possono contarci
e non se l‟aspettavano
che nell‟angoscia ci moltiplichiamo
e che il fuoco
è il nostro bersaglio
LETTERA DELLA TRINCEA
Tento di scoprire quante parole
mai pronunciate ci sono ma necessarie
per la tenerezza quanto miracoloso fiato
ad aumentare l‟amore affinché cresca
nei miei occhi come onda di marea
sospinta da tempesta occulta
mi sforzo di notare quell‟ondeggiare
sul mare nascosto
nella lingua nello spazio indicibile
tra i sostantivi intrisi
con la paura della solitudine antica
la notte apparentemente quieta
come se tutto in questo mondo
si fosse addormentato nella ricerca della
speranza
che vivrebbe in qualcosa migliore
e riceverebbe un nuovo nome e volto
sono sdraiato di vedetta nella trincea
accecato dal folgorare
delle stelle lontane credendo
che molto presto nella nostra casa
avremmo quella più brillante
per fiammeggiare nell‟attimo d‟amore
PAROLA DELL' ASSENZA
Il frutteto fiorisce insieme a me
e senza di me
Quieta ferita
Ma ciò che fiorisce
presto languisce
Della mia assenza
parla a primavera
un ramo
La parola è colma
di rimpianto
e predica
METAMORFOSI
Prima una nuvola oscura
dopo un gregge selvatico
assalito sul prato
lungo il monte magico
in fine sull‟erba
cade la pioggia dorata
ad aumentare il bagliore
dello specchio addormentato
poi di nuovo il buio
e una tempesta rovinosa
e orrore nell‟occhio
eternamente inessiccabile
CV
LJUBINKO JELIĆ È nato nel 1932 a Šarani presso
Gornji Milanovac, dove finisce la scuola
elementare. La sua educazione
prosegue a Belgrado dove si laurea presso l‟Università
di economia e dove,
allo stesso tempo, collabora con diversi
giornali letterari e riviste. Pubblica
diversi articoli su temi vari.
Per un certo periodo la sua vita si svolge a
Monaco (Germania), dove
inizia le attività in un settore
completamente diverso dalla sua educazione
– quello delle costruzioni e delle
progettazioni per lasciare le proprie
impronte nella strada che aveva dovuto
varcare da solo con il motto “La
tristezza è la mia gioia”.
Nella lunga strada di sopravvivenza nelle
diverse congiunture di
emozioni è indicato come un personaggio che
sa cantare del destino
umano, senza rivolta, con molte emozioni
positive, come invocatore della
pace che sia in grado trasformare tutto in
una storia poetica.
Nella ricerca della propria realtà Ljubinko
Jelić attinge alla verità
della tragedia contemporanea, quando indica
il suo destino terrestre, non
che di riconoscimento della realtà, alla sua
antica procreazione, alla
sensualità dei fatti fisici, nell‟ambiente
esistenziale, nella soddisfazione dei
bisogni quotidiani, nella ricerca delle
proprie radici e nella sua personalità
contenuta nella carta d‟identità.
L‟inquietudine,
i desideri, le pretese, le
intenzioni e la fatica sono la forza di ogni
atto creativo. L‟unico senso della
presenza dell‟uomo sulla terra è la creazione. Costruttori
e artisti forse non
sanno più di tutti gli altri, ma senza nessun
dubbio hanno un bisogno più
grande degli altri - che la bellezza divenga
concepibile.
Per chi che non lo sapesse, il lavoro di
Jelić in realtà è quello di essere
un costruttore che, come dice lui stesso,
aveva dedicato oltre metà della sia
vita “al cemento”, soggiornando come un poeta
fuori degli spazi poetici,
fondato sull‟esperienza poetica e della vita su “due
acque”, che raramente
possono riunirsi.
Il suo senso di realizzazione è nella
creazione. Un altro motto di Jelić
è: Vale la pena vivere per il potere e per l‟amore”, e
legato a questo è il fatto
che lo ha ispirato nelle costruzione, nella
poesia, nel potere e nell‟amore
che restano sempre la sua Eternità, ma anche
la nostra riconosciuta realtà.
Autore di più di una decina di raccolte
poetiche tradotte in tedesco,
russo, inglese, italiano, macedone, turco,
spagnolo, arabo, tedesco, francese...
Ultimamente è uscita anche la sua silloge in
lingua inglese “Epistoles
of love”. Si preparano le versioni in lingua turca,
tedesca, italiano e
macedone.
Nel mese di novembre del 2017 al festival
poetico di Aprilia, che si
svolgeva sotto il titolo “La nuova Musa”, ha
ricevuto il premio
internazionale Menzione d’onore per i suoi versi.
Traduzione,Biljana Z.Biljanovska
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