giovedì 9 febbraio 2017
Tre “biglietti” per l'Orlo invisibile di Germana Duca
v. la recensione di Michele Luongo in Via Cialdini
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da p. Domenico Ronchitelli
Gent.ma prof.ssa Germana,
ho fatto leggere le sue poesie a p. Giovanni Arledler, scrittore della nostra rivista, e ora le mando il pdf con il giudizio che lui ha dato.
Anche se non facciamo una recensione del libretto, in una delle prossime pubblicazioni lo metteremo tra le “opere pervenute”.
Un cordiale saluto e un augurio di buon lavoro e attività letteraria.
p. Domenico
«Mi pare che quanto scritto nella Prefazione e nella Postfazione del libretto di Germana Duca sia talmente esauriente e profondo che non si possa aggiungere altro. Sì, perché come scrive Alessandro Ramberti, occorre condividere esperienze e, unendo il vissuto a un senso fortemente religioso, l’impresa è ardua, molto personale. Mi colpisce l’importanza di aver caro un mondo poetico e culturale, molto ricco e articolato, di aver a cuore la città di Urbino, per poter amare con una visione grande e solida … La poesia sembra semplice, naturale, ma è molto curata e intensa. Credo che Orlo invisibile possa trovare numerosi lettori che lo avvicinino con attese diverse e magari venga letto e condiviso da amici per riscoprire quel gusto di esprimersi e di comunicare che molti auspicano ai nostri giorni… » (p. Giovanni Arledler S.I.)
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da Daniele Gigli
Subject: Orlo invisibile, Manni 2017
Gentile Germana,
anzitutto mi scusi se non perpetuo anch'io la bella usanza di mano penna e carta, ma mi conosco e temo che, se tentassi di scrivere e imbucare la risposta, rischierei di finire con il procrastinare ad aeternum…
Ho ricevuto Orlo invisibile qualche giorno fa, con gran lusinga, perché mi sembra sempre un bell'attestato di stima che qualcuno mostri il desiderio di essere letto proprio da me. Così, questo weekend mi sono regalato la lettura del suo libretto e ne sono uscito confortato per diverse ragioni. Anzitutto, proprio per il fatto che è un libretto: ho le tasche piene di libri corposi per ragioni editoriali e necessariamente non essenziali, diluiti, discontinui… Il suo è compatto, anzi, diciamo armonico se compatto è parola troppo rigida, e a mio parere di livello omogeneo: con ovviamente picchi in altezza e testi meno belli (solo due non mi sono proprio piaciuti, glielo confesso), ma tutti degnissimi e pensati. E siamo così alla seconda ragione di conforto: lei ha un pensiero forte, che forse nemmeno le interessa trasmettere ma che, essendo forte, trasuda. Ha un giudizio sul mondo e sulle cose, vive dando un giudizio sul mondo e sulle cose. Ma, terza ragione del mio conforto e unica - a mio parere - che rende un tentativo di poesia opera d'arte, lei ha coscienza del linguaggio, della specificità dei mezzi e soprattutto dei fini: lei scrive, mi sembra, per poter dire alla fine “com'è bella” ancor prima di “com'è vera”, vivendo così la specificità dell'arte tutta, che può arrivare, anzi cacciare il vero solo cercando anzitutto il bello.
Mi spiace di non andare più in dettaglio, ma non faccio più microcritica da anni, se non per uso personale (cioè per rubare soluzioni e intuizioni che trovo utili alla mia, di arte) e spero e credo che le note che le ho dedicato siano le più utili e sincere che possa offrirle. Senz'altro sono le ragioni che mi porteranno a seguirla con attenzione in futuro e a riprendere in mano e far conoscere ad altri il suo bel libretto.
Grazie ancora per avermi scelto. Un caro, sentito saluto
Daniele Gigli
Piazza Neruda 10 - 10093 Collegno (TO)
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Rosa Elisa Giangoia
Carissima,
ti ringrazio di esserti ricordata di me e di avermi mandato il tuo libro che mi ha dato occasione di leggere belle poesie, tra fantasia e ironia, con felici soluzioni espressive, specchio di una vita vissuta e osservata con occhio acuto e umana consapevolezza.
Ti auguro buon proseguimento nel tuo lavoro letterario, con tanti cari saluti.
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