Fonte Avellana a luglio by AR |
E non so come stringere la vita,
che tra due case s'apre, improvvisa,
in una macchia d'oleandri in fiore,
e un silenzio immenso di luce e colore
sovrabbonda illuminando appena le ombre,
se pure sordità di carcasse arrancano,
contrappunto cupo al mio cantare.
È probabile oggi che io d'un lampo
risolva le cose in una maniera
almeno graziosa, ispirata da luci
ora non viste: e che possa incontrare
come una sorpresa la grazia buona.
E vorresti forse abbandonarti
come ad un abbraccio d'angelo
non altro sentito che con il cuore.
Eppure, lo sai, ché l'unico senso
di tutto questo, il cuore soltanto ha serbato…
Nella memoria il bisogno presto muore,
e il soccorso si offre o si nega
secondo la voce di una legge. Ma
i nostri occhi che cercano le stelle,
il giorno che si riempie del tuo raggiungermi,
la sorpresa di un incontro che solleva…
Tutto mi dice che il desiderio
copre le distanze: perché
l'unico Dio di verità, è
un amore personale che perdona.
Il resto è sangue che corre per le strade,
a tratti cieco e terribile, come fanciulli
giocando urgenti tra un crepitare di macerie.
Abbiamo ancora bisogno di salvezza:
dottori, giudici, scienziati non hanno
risolto l'uomo che canta, al mancare
di pane, il desiderio di una carezza.
Carissimi,
ho la gioia di condividere questa risonanza dal profondo, cui ho dato forma in versi, che comporta elaborazioni che hanno traversato i giorni insieme (e da soli) presso muri, luci e respiri a Fonte Avellana. Anche io credo che lo Spirito è fuoco. E col fuoco si rischiara la tenebra, ci si scalda, si doma la forza interna dei materiali e si cucina un buon pane. Pure il fuoco devasta se non vi è perizia, fiducia e comunità. Si arriva, questa la mia fiducia di camminante, al punto in cui il dire e l'udire si trovano a uno a più nodi... Ma arrivarvi insieme è la sfida parabolica che ci sollecita. Almeno questa è la mia direzione testardissima... Un abbraccio e a presto.
Gabriele
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