sabato 3 novembre 2012

Mario Fresa. Ritratti di poesia (28)

Giancarlo Baroni

I merli del giardino di San Paolo e altri uccelli di Giancarlo Baroni (edizioni Mobydick, 2009, con uno scritto introduttivo di Pier Luigi Bacchini) è una raccolta pervasa da una grazia stupìta e delicata, cosmica e visionaria: la descrizione dell’universo degli uccelli operata nei versi offre una topografia insolita, che si profila allo stesso tempo semplice e magica, naturalissima e favolosa. Vi si scorge una cosmologia tenera e misteriosa, che si mostra terrena e celeste insieme, e che conduce a un'autentica, miracolosa  sovrapposizione di immanenza e di trascendenza. Si intravvede un carattere fertile ed enigmatico nell’immagine dei moltissimi uccelli amorosamente scrutati dal poeta: il loro canto azzurro, la loro lingua prodigiosamente acuta e lieve disegnano un mondo di sbigottita e iniziatica inesplicabilità, di natura sacra e simbolica, forse ancora da decifrare e da comprendere appieno; il volo regale e scintillante di questi esseri così delicati e così forti si manifesta come l’epifania di un segno oscuro e ansioso che spinge ogni creatura ad un costante, insaziabile inseguimento del desiderio, riformulando, di continuo, una segreta richiesta di ricucitura e di unione, di amicizia e di rinascita.
I versi, spesso brevi e sempre docilmente canori, si esprimono con una fervida semplicità e col prezioso sostegno di un’altissima, solenne umiltà che sa produrre nel lettore la sensazione di un’affettuosa, inarrestabile stupefazione: 
«Ma i nostri sguardi si scontrano più lontano / e rimbalzano sulle tegole come proiettili».
Baroni ci ricorda che, forse, le volute portentose degli uccelli, la loro mistica danza verticale possono custodire l’immagine luminosa dell’incorruttibilità e della purezza assoluta: e così, questo meravigliato mondo fatto di voli estremi, di leggerezze di piume, di nidi colorati, di rami sottili, di carezzevoli cinguettii, restituisce all’uomo l’illusione di una rinnovata pace stipulata tra la terra e il cielo, tra il visibile e l’invisibile, tra il qui e l’altrove.
La poesia nitida e sensibile di Giancarlo Baroni sembra rammentarci che solo nella grazia perfetta del volo compiuto da un passero è forse possibile rintracciare l’indizio dell’infinito; immerso, allora, nell’incanto di questa lucida visione, l’uomo nutre la speranza di poter recuperare, anche solo per un istante, l’ipotesi di una sconosciuta innocenza, trasfigurante e riparatrice.


Il peso dei vostri corpi

È così popolato questo giardino
di voi passeri che becchettate.
Saltellate di frequente, qualche volta vi rincorrete
sopra uno strato di foglie secche,

mentre il rumore che vi costringe a fermarvi
fissando davanti a voi
è quello dei passi, e del peso dei vostri corpi
quando sfiorata la terra neanche vi appoggiate.



Giancarlo Baroni è nato a Parma nel 1953. Ha pubblicato quattro raccolte di versi, due romanzi brevi, qualche racconto e un libro di riflessioni letterarie. Nel 2008 alcune sue composizioni sono state inserite nel volume fotografico di Giovanni Greci Attraverso e nel testo scientifico di Vittorio Parisi Discutere l’evoluzione biologica. Collabora alla pagina culturale della «Gazzetta di Parma» e alla rivista «Poesia».





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