Baldur Ragnarsson (Reykjavík 1930) è uno dei maggiori poeti esperantisti ed è la prima volta che viene tradotto in italiano. È stato insegnante e ispettore scolastico. È membro dell’associazione degli scrittori esperantofoni (EVA, Esperantlingva Verkista Asocio) e dell’Unione degli Scrittori d’Islanda. Ha imparato l’esperanto nel 1949, ed è attivo nel movimento locale e internazionale dal 1952.
Tra i numerosi pubblicati, citiamo le raccolte di poesie in espertnto
Ŝtupoj sen nomo (Gradini senza nome, 1959), Esploroj (Esplorazioni - 1974), “La lingvo serena” (La lingua serena - 2007), La neceso akceptebla (La necessità accettabile - 2008).
«In generale, la poesia di Baldur Ragnarsson – scrive tra l’altro Nicolino Rossi nella prefazione – tende alla fattualità, evitando un lirismo troppo romantico, cercando di esprimere il concreto attraverso vie oblique dell’indagine mentale, sposate con l’emozione di un cuore pulsante. I risultati di una tale poetica sono spesso di un’incredibile freschezza stilistica ed innovazione espressiva. Mi sembra che anche questo breve ciclo evidenzi tali caratteristiche».
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