lunedì 16 novembre 2009

Lettera a Roberto Cogo

di Nicoletta Verzicco


Caro Roberto,
finalmente riesco a scriverti, non ho voluto farlo prima di essermi immersa nel mare della natura di Io Cane. La prima cosa che mi ha colpito è stato il titolo, quel titolo in cui la parola ‘cane’ è esaltata avendogli tu dato un significato di nome proprio, quella ‘c’ maiuscola che dà ad esso importanza e che contrasta con l’uso negativo che se ne fa solitamente. In seguito, leggendo la tua poesia, ho capito che, per poterla vedere, ascoltare, annusare, percepire dovevo io stessa farmi cane, animale, svestendomi degli abiti costrittivi dell’apparenza, attraversare il tuo libro nuda, rendendomi conto della debolezza del mio corpo, ma, nonostante questo, appropriandomi della forza dell’istinto. Fra le tue parole che sono la selva boscosa  della tua poesia ho sentito la gioia ed il dolore fra nebbie invernali e tepore primaverile. Nelle pagine che si succedono, le mattine scoprono nuove albe, i sassi si sono trasformati nel tempo facendosi scivolare addosso l’acqua dei torrenti stupendosene e quel liquido cristallino ha assorbito l’essenza di ogni cosa rinnovandosi nell’arricchimento. I luoghi di questa vita da te raccontata con garbo e delicatezza appaiono non contaminati da quell’uomo che del Cane conosce solo la costrizione della museruola e del guinzaglio e che trae profitto dalla sua fedeltà; a volte essi sono ripuliti, purificati, hai saputo estirpare con le parole le scorie e le nefandezze umane donando al lettore una natura permeata di magia. È impossibile non immaginarla, è facile vederla ad occhi aperti senza esserne consci, senza averla attraversata fisicamente. Della ‘tua’ natura ce ne si impossessa e rileggendo le tue parole più e più volte si diventa consapevolmente parte di essa e, come te, ci si sente cane, albero, acqua, pesce. Sei padrone dei luoghi, dei versi e di essi il lettore diventa attento spettatore guardando «… a perdita  d’occhio oltre il confine delle cose».

3 commenti:

Arcolaio ha detto...

Un grazie di cuore a Nicoletta per queste parole dirette e veritiere. Un grazie anche ad Alessandro, il generoso Alex che ha sempre uno spazio da donare agli amici. Il libro di Roberto è una superba fusione fulminea tra la natura e l'individuo: qualcosa di inedito e non contaminato. Un'anologia, proprio come figura retorica.
Vostro Gianfranco

Arcolaio ha detto...
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Arcolaio ha detto...

..analogia...
scusate
gf