sabato 30 agosto 2025

“è il Fentanyl che ti dice di urlare”




recensione di Flavio Vacchetta, Carabba 2025



Nell’era della grande libertà, della realtà liquida, dell’intelligenza artificiale, della caduta dei canoni classici, già smantellati da tempo benchè semprevivi, i versi dell’amico poeta Nicola Duberti si pongono al centro di un turbinoso evento creativo che evidenzia la malattia della madre.
Poeta in cui arde l’amore per la vita, la parola rimbalza, tesse, crea e compone un testo ammirevole, fervente di passione benché, apparentemente spiazzante per chi legge che, proprio come il sarto con ago e filo, penetra nella stoffa in un gioco di ordito di trama come al sottoscritto questi versi hanno penetrato la carne per il dolore a cui il poeta è sottoposto nella cura alla madre “mater dolorosa” gravemente ammalata.
Una sfida interessante, come di consueto ci sa avvolgere Nicola, dovuta ad una sperimentazione linguistica a tutto campo.
Autore di versi in un piemontese tutto suo arricchito di una parlata locale, il kyè della Valle Corsaglia di occitana memoria, fa parte del suo linguaggio forbito ad apprezzato.
Nel seguire la trama, ripeto spiazzante ma piacevole, come nell’interpretazione di un sogno, alcune chiavi di lettura da cui traspaiono, in modo vorticoso, il pensiero, le predilizioni, la sfera emotiva come la poesia di p. 27:

gridi “aiuto” per strada
la domenica mattina
ma non troppo convinta

è il Fentanyl che ti dice di urlare
è lui il tuo padrone il tuo signore
il tuo monoteismo

tu il muezzin
che invita alla preghiera dal minareto del corpo.



Nell’introduzione Duberti riporta:

queste poesie nascono tutte da un’esperienza unica 
l’assistenza a mia madre immobilizzata da 15 anni, 
è ormai completamente dipendente da Fentanyl 
senza di Lui non potrebbe vivere 
senza il Fentanyl non farebbe che urlare

invece grazie alla sua presenza
al suo tocco di cerotto sulla pelle nuda
alla sua carezza sottocutanea
mia madre ogni tanto sorride

a tratti come un’onda ricorda
si fa portare fuori casa in sedia a rotelle
guarda le gazze, i corvi, i gabbiani e le montagne lontane
per questo il Fentanyl - e Lui soltanto

ha diritto all'iniziale maiuscola
.


Una scrittura, quella di Duberti, che stimola il lettore a leggere e rileggere versi che tra giochi

verbali e provocazioni linguistiche, sfuggono come pesci in acqua.
È l’eterna ricerca della verità, ambigua e misteriosa, che si cela nell'enigma della poesia.
Una “mater dolorosa” che il poeta segue in un calvario, un piccolo vangelo, una via crucis, come chiarissimi esempi di scrittura plurima e innovatrice.
Il libro è arricchito da una introduzione di Giovanni Tesio il quale afferma: “poesia dell'accudimento, della cura… di una ritualità tutta corporale, di una vera e propria
liturgia che mette in gioco un rapporto così primario e così radicato qual è quello tra madre e figlio e un coprotagonista - il Fentanyl appunto -”

A p. 65 si legge:

conclusa
la rassegna stampa radio
dove nessuno
parla mai
di te
apparecchio una mensa di spugne e di pezze
su una tovaglia di traverse ospedaliere
per consumare il rito di lavarti

concluso
il rito
dispongo sui fili stendibiancheria
le spugne la tovaglia le pezze
gocce di acqua di amuchina di sangue
un aspersorio di dedizione filiale
per benedire il rito di cambiarti
il Fentanyl 50.


Sull’onda emozionale che si espande, il Poeta inanella dolci immagini e, con raffinata delicatezza, continua l’attraversamento del proprio io ed il suo investimento, affidandolo ad un onnivoro dettato poetico, dove convivono sentimenti di forte vitalità:

Depongo mia mamma, il suo corpo, sul letto
ortopedico
come un’ostia sulla lingua di un fedele
come la borsa dell’acqua calda
sorretta da un cuscino che confina
con la linea frastagliata dei suoi piedi
una costa di dolore geologico
una scogliera da cui mi tuffo
senza avere imparato i rudimenti del nuoto
(pagina 42).

Voglio terminare ringraziando il mio amico poeta che mi rivolge sul libro medesimo una dedica che voglio proporre al lettore:

Crava 12.08.25


A Flavio,
che sa cosa vuol dire…

Nicola


Nessun commento: