giovedì 26 giugno 2025

Elegia del pesce pilota di Michele Lucchetti


La morte di Elisa, dedicataria della silloge poetica e moglie amata del poeta, è l’evento centrale a seguito del quale Lucchetti ordina la propria esistenza in un prima e un dopo e la propria poesia attraverso una struttura dicotomica. Così la prima sezione Il tuo nome incardinata sul testo intitolato Snorkeling, riguarda l’ultimo mese della vita di Elisa (musa evocata con il pronome tu, secondo il canone montaliano), trascorso in coma nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Martino di Genova, dopo che un’emorragia cerebrale l’aveva colpita il 19 novembre 2018 e ne causerà il decesso il 20 dicembre successivo all’età di 43 anni.
Non sarà difficile per il lettore attento cogliere rimandi e analogie ma anche corrispondenze sul piano tematico e ideologico, tra questo testo centrale e programmatico e le altre poesie della sezione. Ecco allora che il letto della paziente circondato di talismani che avrebbero dovuto propiziarne la guarigione, è presente anche ne Il kit del ciarlatano (testo nel quale compare il criceto, senhal per Elisa il quale aveva fatto il suo esordio ne Il cactus), mentre lo snorkeling intorno alla barriera corallina di un’isola esotica è ripreso in Tristano (trasferendo evidentemente la vicenda dell’eroe wagneriano dal freddo mare d’Irlanda al mar Rosso), ma gli esempi potrebbero essere molti. Le reprise e i rimandi danno luogo ad una sorta di ipertesto costituito da poesie che prendono vita da altre poesie, ma anche, come diremo meglio, da contributi e citazioni tratti dalla tradizione letteraria novecentesca. La struttura della sezione ha un precedente saliente negli Xenia montaliani compresi in Satura (1971), ma non mi pare fuori luogo ricordare l’Antologia di Spoon River.
Il racconto di Elisa che filma la tana del pesce pagliaccio è interessante perché ci consente di introdurre il tema della società dello spettacolo, ovvero l’ossatura che sorregge la narrazione poetica (si veda la Storia della trama perduta nel Prologo). In effetti i protagonisti, i luoghi e le situazioni dell’ambiente teatrale e cinematografico (ma anche le attrazioni del luna park presenti nella poesia di chiusura), vengono spesso chiamati in causa come elementi di una messinscena (privata, pubblica, cosmica addirittura ne Nella bolla di vetro), la quale come metafora della condizione umana dà forma e senso a tutta la raccolta.

Felix Sanvitale (dalla postfazione)




    Il cactus


    Mea culpa per la calunnia contro il tuo criceto,

    il bianco topolino dai modi educati

    che passava il tempo girando la ruota,

    veloce e immobile, nella gabbietta

    sul davanzale.

    Lo facevo stupido e lo tolleravo giusto

    perché anche la Dora Markus

    ne portava uno con sé, d’avorio.

    Poi una sera mentre lucidavi il cactus

    per servire in tavola l’olio e l’aceto,

    il pepe e il sale, come se nulla fosse

    dicesti che io sul mio tapis roulant

    ero tale e quale.





























Elegia del pesce pilota (ChiareVoci edizioni giugno 2025) euro 13.00   pag 113 



 

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