domenica 22 giugno 2025

“Con gli occhi pieni di terra e l’anima piena di cielo”

Daniela Andonovska-Trajovoska, Soul full of sky – Il cielo nell’anima, Poetry – Poesia, Traduzione a cura di Claudia Piccinno, Il cuscino di stelle 2022

recensione di AR



Il dettato poetico di Daniela Andonovska-Trakovska è nitido, perspicuo, “scientifico”; esprime l’umiltà di chi ha una esperienza di vita ricca, ne accoglie i bagliori, ne indaga le oscurità, sa condividere, ascoltare, aprirsi al Mistero. Mi piace iniziare citando integralmente Musica, la poesia che chiude la raccolta a p. 105:

La luce ci vede con i nostri occhi
con il cielo aperto e le mani protese verso Dio
senza chiavi e versi le note cantano in noi
sollevando il diaframma dell’uomo
che esala noi
l’universo crea in noi una musica perfetta
quando sentiamo di non essere soli.

Una poeta, anche quando vive in solitudine o vieni isolato (o perfino esilato) è sempre una voce dialogante, vede la trama della realtà, percepisce l‘insondabile quid dell’esistenza, la fragile e per questo preziosa e sempre interrogante verità della condizione umana: “Con le gocce di pioggia del tempo / e una bustina di camomilla / ho lavato via tutto il dolore / (…) / il mio respiro è rimasto imprigionato / tra le ringhiere di ferro / dei giorni senza nome.” (Respiro imprigionato, p. 101); “La canzone stava risvegliando le corde vocali del cielo, / (…) / Il cielo in estasi non poteva vedere la Terra / e la Terra nel dolore non poteva sentire il cielo / (…) / Con gli occhi pieni di terra e l’anima di cielo / siamo tornati a casa.” (p. 97). Gli accostamenti insoliti, le immagini pulsanti in bilico tra sensualità e astrazione filosofico-geometrica, fra concretezza storica e afflato mistico tendente all’infinito, sono ricorrenti: “Quando ti stai donando a me / con ogni goccia del tuo corpo / il mio viso si trasforma in una luna.” (Marea: 1.618, p. 91); “La parola che mi hai detto ieri / è ancora in cima alla barra delle frazioni / e la follia dell’ipotenusa / sostiene il peso del mio silenzio.” (Seno, p. 87); “Tutta la mia vita / ho costruito angoli retti / con tetti spioventi / sui loro corpi scorre il mio tempo.” (Angolo retto, p. 83); “siamo soli – tra messaggi elettronici automatici” (Desideri elettrificati, p. 75); “– e poi abbiamo tutti gli angoli dalla nostra parte / perché tutti i 360 gradi sono dentro di noi / ma improvvisamente diventiamo depressi in quel preciso momento / in cui a causa della caduta non possiamo vedere il cerchio.” (Gli angoli della nostra vita, p. 73); “a volte è bene / guardare l’orologio / che avvolge i passi già compiuti / e quando tutti gli orologi / mostreranno la stessa ora / tutte le persone ricorderanno / che sono una cosa sola” (La vita e la morte, p. 57); “a volte devi morire / se vuoi vivere.” (Eutanasia, p. 55).
Non sfuggono all’analisi della poetessa macedone le potenzialità, congiunta ai rischi di plagio e omologazione, rapporti flasati/virtualizzati, della modernità: “siamo tutti uguali: identità clonate / tempo della zero uno.” (Democrazia scalfita, p. 53); “la cosa più importante per noi è sapere / con quanti megabit al secondo / passiamo da una parte all’altra della storia” (Vita elettronica, p. 51).
È importante essere accanto, fare comunità, essere granelli di un “deserto” animato, in relazione: “L’aquila in volo / non può vedere il granello di sabbia, / ma il deserto lo vede / con tutti i suoi grani salati e l’oasi. (Deserto dell’anima, p. 15).
Come scrive (pp. 8-9) Mesut Senol nella bella Prefazione a questa intensa antologia del percorso poetico di Daniela Andonovska-Traikovska: “La sua capacità di dare vita a entità inanimate e di coinvolgere attivamente nel mondo degli umani ha creato l’ambiente evocativo in cui la poesia è forgiata attraverso il processo di abbinamento di concetti immateriali con oggetti tangibili.”
I nostri corpi si congiungono al cielo quando le nostre anime si aprono e convibrano, in una parola amano. 

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