giovedì 15 agosto 2024

“siam tutti nuvole che scorrono sul mare”

Tamara Vitan, Accade la luce, Firenze Libri 2022

recensione di AR


Nella poesia PS (che ovviamente chiude la raccolta) troviamo questa quartina finale: “Esiste solo un momento / dove ogni cosa è completa. / Al di là del presente / tutto riprende forma.” (p. 96)
Qualche pagina prima (92) Tamara invoca: “Ricostruttore di certezze / aiutami a contemplare / in pace / l’alba senza luce.”
A p. 85: “Ma quando arriverà il grande salto, / ti prego, stringi forte questa mano, / non piangere e non ti disperare / siam tutti nuvole che scorrono sul mare.”
Risalendo a p. 83: “Trattengo il fiato / per respirare con l’anima, / rilascio la luce / per illuminare il buio dall’interno.”
Stupenda l’immagine che ci viene donata a p. 70: “e fiamme ondeggianti / che piegano la testa / e ascoltano i sospiri / di legno dei camini.”
Le citazioni qui sopra appartengono alla terza sezione: “Incontrami là”.
La sezione mediana è quella che dà il titolo all’intera raccolta. Alcuni lacerti: “Con passo randagio / di chi non ha padrone / la foglia abbandona / la certezza del ramo.” (p. 55); “Ti cerco / dentro ad un finale di poesia / dove la rima non abbraccia più / e il senso cade oltre il punto.” (p. 49); “Conosco alberi / che cantano sempre / si accordano al vento / come le solitudini all’anima.” (p. 46).
Mi sento molto in sintonia con il poetare di Tamara, la sua attenzione alle domande nascoste negli accadimenti gioiosi o angoscianti che ci “tampinano”, il suo tendere a perlustrare zone sfuggenti e impalpabili del nostro carico esistenziale, la sua musicalità sobria fatta di sillabe posate con cura perché risuonino e ci sorprendano ribaltando o fomentando i sensi, il suo invocare un tu/Tu necessario alla nostra vita, al nostro stare con libertà e consapevolezza al mondo, come la luce è necessaria alla perla per brillare… Sì in questa raccolta trovo il sapore buono e fragrante di un pane toscano sfornato con amore.
Cito infine dalla sezione “Che forma hai?” che apre il libro: “Guardami stella, / regalami un angolo freddo / per riposare / nella luce del tuo distacco, / come un marmo immacolato / che scolpisce volti / per l’eternità.” (p. 23); “Torna indietro, / arrotola le parole in un gomitolo / fino a ritrovare / la prima lettera curva.” (p. 18); “C’è un’aria di sacrificio / quando le parole si comprimono / diventano linea piatta / come il battito di un cuore assente.” (p. 16); “e ogni ruga urla contro il tempo / come un testimone in un processo.” (p. 1). 
Pennellate potenti, ricche di una materia-colore che, quasi ansimando, ci interpella, ci inquieta, ci affascina: “Comprendi adesso tutto l’universo / con il tempo che non c’è, / non ha sostanza, / ma occhi vivi in ogni suo tramonto / e sguardo lucido ad ogni alba.” (p. 10); “Cerchi ancora la luce nell’apertura sotto ai piedi? / Che forma ha? Che forma hai?” (p. 9).
 

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