Tamara Vitan, Accade la luce, Firenze Libri 2022
recensione di AR
Nella poesia PS (che ovviamente chiude la raccolta) troviamo questa quartina finale: “Esiste solo un momento / dove ogni cosa è completa. / Al di là del presente / tutto riprende forma.” (p. 96)
Qualche pagina prima (92) Tamara invoca: “Ricostruttore di certezze / aiutami a contemplare / in pace / l’alba senza luce.”
A p. 85: “Ma quando arriverà il grande salto, / ti prego, stringi forte questa mano, / non piangere e non ti disperare / siam tutti nuvole che scorrono sul mare.”
Risalendo a p. 83: “Trattengo il fiato / per respirare con l’anima, / rilascio la luce / per illuminare il buio dall’interno.”
Stupenda l’immagine che ci viene donata a p. 70: “e fiamme ondeggianti / che piegano la testa / e ascoltano i sospiri / di legno dei camini.”
Le citazioni qui sopra appartengono alla terza sezione: “Incontrami là”. La sezione mediana è quella che dà il titolo all’intera raccolta. Alcuni lacerti: “Con passo randagio / di chi non ha padrone / la foglia abbandona / la certezza del ramo.” (p. 55); “Ti cerco / dentro ad un finale di poesia / dove la rima non abbraccia più / e il senso cade oltre il punto.” (p. 49); “Conosco alberi / che cantano sempre / si accordano al vento / come le solitudini all’anima.” (p. 46).
Mi sento molto in sintonia con il poetare di Tamara, la sua attenzione alle domande nascoste negli accadimenti gioiosi o angoscianti che ci “tampinano”, il suo tendere a perlustrare zone sfuggenti e impalpabili del nostro carico esistenziale, la sua musicalità sobria fatta di sillabe posate con cura perché risuonino e ci sorprendano ribaltando o fomentando i sensi, il suo invocare un tu/Tu necessario alla nostra vita, al nostro stare con libertà e consapevolezza al mondo, come la luce è necessaria alla perla per brillare… Sì in questa raccolta trovo il sapore buono e fragrante di un pane toscano sfornato con amore.
Cito infine dalla sezione “Che forma hai?” che apre il libro: “Guardami stella, / regalami un angolo freddo / per riposare / nella luce del tuo distacco, / come un marmo immacolato / che scolpisce volti / per l’eternità.” (p. 23); “Torna indietro, / arrotola le parole in un gomitolo / fino a ritrovare / la prima lettera curva.” (p. 18); “C’è un’aria di sacrificio / quando le parole si comprimono / diventano linea piatta / come il battito di un cuore assente.” (p. 16); “e ogni ruga urla contro il tempo / come un testimone in un processo.” (p. 1).
Pennellate potenti, ricche di una materia-colore che, quasi ansimando, ci interpella, ci inquieta, ci affascina: “Comprendi adesso tutto l’universo / con il tempo che non c’è, / non ha sostanza, / ma occhi vivi in ogni suo tramonto / e sguardo lucido ad ogni alba.” (p. 10); “Cerchi ancora la luce nell’apertura sotto ai piedi? / Che forma ha? Che forma hai?” (p. 9).
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