Nota critica a cura di Lilia Slomp Ferrari
Con questo piccolo gioiello Nadia Maurizia Scappini ha inteso testimoniare i suoi vent'anni d’impegno poetico, riflesso del profondo amore che da sempre nutre per la parola, espressa sia in poesia sia in prosa. Si tratta di un’antologia che raccoglie il meglio delle sue sette sillogi pubblicate a partire dal 2023, frutto di una selezione rigorosa, con l’aggiunta di sette corposi inediti.
In una nota personale la poeta si definisce “primipara attempata”, avendo iniziato a scrivere dopo i cinquant'anni, anche se la poesia albergava da sempre nella sua anima; ne sono testimonianza alcune piccole prove dell’infanzia e dell’adolescenza dedicate agli affetti più cari. Arduo parlare dello “stravolgimento” di scrittura rispetto al suo modo consueto di porgere i testi al lettore. Illuminante, oltre che dettagliato e ricco di riferimenti culturali, si fa quindi l’intervento esplicativo di Franca Alaimo nella nota “Il ritmo dell’essere insieme” che accompagna la raccolta. Ciò che mi preme dire con forza è l’alto contenuto del messaggio poetico della Scappini - sul quale già mi ero espressa commentando le sue precedenti raccolte - tentando anche d’interpretare le variazioni di punteggiatura, degli a capo, della diversa spaziatura sostitutiva delle strofe, dell’abolizione delle maiuscole, insomma di quella forma visiva che siamo abituati a fotografare nella poesia classica. Forse un modo per esprimere la propria anima in forma nuova, quasi le parole diventassero un lungo respiro nell'incanto del rincorrersi, nei movimenti che vanno a comporre una originale sinfonia. Come per invitare il lettore a sostare nel bianco degli spazi divenuti una silente segnaletica per cogliere il ritmo di un respiro che sale da regioni remote.
Comunque sia, “sul fianco del mattino” è selezione e sintesi di un lungo percorso poetico che si dipana in una gamma di liriche capaci di abbracciare e indagare le varie sfumature dell’esistere. Di seguito, qualche esempio: da Le parole del cuore (2003) << inventiamoci un inizio che non sia obbligato inventiamolo tu ed io nel silenzio quando spezziamo il bianco pane dello stare insieme. saranno le giornate polle d’acqua sorgiva mentre la parola lontanando cresce>>. Da La luna nuda (2007) un prezioso attimo di nostalgia <<vorrei che mi tenesse per mano questa assurda nostalgia. a piedi nudi, tra petali trasparenti solcati da impronunciati perché, scorgere tra le ombre una meta dove posare dopo traguardi confusi nel sonno di dialoghi franti sul marmo di un tempo breve...>>
Nel 2008 Nadia Scappini esce con Il ruvido mistero e nel 2015 con Un’ora perfetta, sillogi bellissime, fondamentali per il suo cammino poetico, seguite nel 2019 da Come dire dell’amore e da preghiere imperfette nel 2022. In queste ultime il tema dell’amore è toccato con rara maestria, senza paura alcuna del denudamento più difficile, quello interiore.
Da preghiere imperfette << s’è fatto breve il tempo tendi la rete sulla mia via fammi di nuovo abitare la vertigine dove la pazienza scivola in una lingua di fraterno sentire in quegli slarghi che misteriosamente s’accendono anche su una pagina di poesia un faccia a faccia che poi respira dentro pausando cammini incerti sofferti>>.
Arriviamo così ai sette “Inediti” che, in coerenza con l’essenzialità che guida l’intera antologia, sono semplicemente numerati. Testi che lasciano stupiti e incantati nella loro apparente semplicità, a partire dall'incipit del primo con il quale, in punta di piedi, mi piace terminare queste riflessioni su un lavoro intenso, coinvolgente, rivelatore discreto di un’anima in tutta la sua delicata complessità: <<faccio sogni da brava ragazza la domenica all'alba e propositi. quasi sempre li faccio attorno all'equinozio d’autunno quando rinfresca, quando la natura ha dato i suoi frutti e comincia a scolorare: è qui che si spalanca il nuovo anno...>>
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