Un piccolo volumetto, un libro di poesie, La soluzione, scritto da Vincenza Scuderi – germanista presso l’Università di Catania – edito da Fara Editore, che ha conquistato il terzo posto al concorso Narrapoetando 2024.
La soluzione… Soluzione per cosa? Per chi? Forse per affrontare i problemi e le emozioni della vita? Del resto, “le cose sono come le racconti”, dice l’autrice.
2,5 MG
Ora nella mia cura
è in voga una misura:
d’ogni principio attivo
passpartout.
E a me – che di Vincenza Scuderi sono amica da quasi vent’anni – viene la pelle d’oca. Quel groppo alla gola che ti soffoca. Straordinario e coraggioso parlare e raccontare con ironia del proprio malessere o di una malattia, ma lei, colta e sensibile, lo fa con questi versi appuntiti come una lancia.
Poeta di intenso sentire, la sua scrittura è un percorso interiore dell’animo in mezzo alla quotidianità, in tutte le sue sfumature, dalle più tenere a quelle che non lo sono per niente, fino a una realtà amara e a volte crudele. Ma sempre guardata con distanza da sé:
A una cert’ora / porto a spasso / le ginocchia, / e tutti gli altri / il cane.
Certamente mi commuovono i versi delle poesie sulla cura, e leggere e scoprire questa autoironia su una sua fragilità me la fa sentire molto vicina. Di sé in quel periodo mi metteva al corrente minuziosamente, ma sempre con molto ottimismo, pensando alla guarigione come all’unica soluzione possibile.
I momenti difficili della vita la nostra poeta li affronta con l’ironia. Il sarcasmo. La fiducia. L’ottimismo, un’arma legata alla certezza e vicinanza dell’amore; un binomio che è stato utilizzato per elidere il pensiero della morte; un pensiero, questo, che non l’ha mai sfiorata.
“Graziella cara – mi scrive nella dedica – ti invio quarantadue poesiole vaganti per altrettanti momenti leggeri”. Come diventa leggero il fatto che le cadessero i capelli e non ne abbia fatto un dramma, anzi ne fa una poesia:
Della malattia / si vede / la cura. / E la gatta / da pelare / sono io.
Poesie brevi. Veloci. Saette che sprigionano la sua gioia per la vita e tutto ciò che la circonda;
lance che parlano di amore universale.
Ogni poeta, si sa, ha una sua fonte d’ispirazione profondamente radicata nel cuore. Una miriade di emozioni forti che costituiscono la sua vita. Sentimenti pieni nei quali l’autrice si identifica. Quando il lettore trova, nei versi che sta leggendo, qualcosa di sé, nasce un moto di simpatia (empatia si dice spesso e a volte anche fuori luogo) e il poeta diventa così un compagno di strada. Molto facile che ciò avvenga con questo libro.
Nei versi di Vincenza Scuderi cuore-amore non si baciano. I suoi versi sono irridenti, irriverenti, beffardi. Un’arte poetica – così come dice Alessandro Ramberti nella sua prefazione – icastica, lapidaria, essenziale:
Apprezzo / il quadrifoglio / per cos’è: / un raro / calcolo / errato. Oppure: Ellisse tendaggi, leggo. / Avrei trovato / più opportuno Eclisse.
Arguta. Sagace. Pronta e briosa. Tuttavia i suoi versi oltre all’ironia che pervade quasi tutte le composizioni, lasciano intravedere amarezza e concretezza.
Perché, dice l’autrice di sé, “non sono una pessimista ma nemmeno una ottimista: una realista sorridente”.
E pur nella sua brevità intensa e profonda la sua poesia arriva subito al cuore. Un dono per sé e per gli altri, perché la sua arte poetica è un’espressione di vita. La scelta di una esistenza.
Intanto che i fan della poeta riflettono sulle emozioni che i suoi versi ci trasmettono, lei ci fa sapere:
I solitari li ho / dimenticati tutti. / Gioco una mano / contro l’altra a tivitti.
E ci fa sapere anche che a Flossenbürg, oltre al lago per nuotare, c’è pure Flossenbürg.
Evviva l’umorismo – in tutte le sue espressioni – perché ci rende tutto più leggero e accettabile.
A Steccato di Cutro potrò vedere
uno steccato di fiori e
con gli abbaglianti guardare
negli occhi / i fiocchi di neve.
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