martedì 28 maggio 2024

Recensione di Antonio Fiori a Napolesìa (Bertoni editore)

 


AA.VV.

Napolesìa

A cura di Costanzo Ioni e Ferdinando Tricarico

Bertoni, 2024

 

È questa la prima di due antologie programmate dai curatori per rendicontare sullo stato della poesia contemporanea a Napoli e dintorni. Se ne è fatto carico l'editore Bertoni, nella collana PoesiaLab diretta da Luca Ariano. Si sostiene, in particolare, che il clima culturale napoletano - ricco di contaminazioni tra popoli, arti e tradizioni - sia stato (e sia ancora) in grado di influenzare stili e visioni della poesia di autori anche molto diversi, per il solo fatto - si potrebbe dire -  di aver respirato l'aria di Napoli. L'antologia s'intitola - con bel neologismo - Napolesia e propone poesie di trenta autori, quasi tutti  originari del napoletano ovvero che a Napoli si sono formati come studiosi o hanno scelto di andarci a vivere; tra loro: Viola Amarelli, Floriana Coppola, Carmine De Falco, Eugenio Lucrezi, Giovanna Marmo, Melania Panico, Antonio Pietropaoli, Eleonora Rimolo, Mattia Tarantino, Daniele Ventre, Salvatore Violante. Come ben argomentato dal postfatore - Guido Cappelli - Napoli sarebbe, da secoli, un luogo magico, dove si è anticipata la globalizzazione, coltivata però nella sua versione ottimale: multiculturale, creativa, inclusiva, capace di coniugare tradizione e innovazione, lingua dialettale e lingua sperimentale. Dentro questo brulicare d'incontri e di stimoli, la poesia conserva sempre l'eco di qualcosa, finanche del teatro napoletano (come in Scrivendo, metapoesia di Antonio Pietropaoli). Certo un'antologia con un senso, una visione.

                                                                                                                             Antonio Fiori

                                                                                                                                                                                                                                                                                           

 

Una piega nelle labbra

 

Divagare sempre. Raccontare

la storia migliore, ritardando i passi.

La realtà precede i sensi,

tra le forme indistinte delle cose.

Eppure ogni palco è separato dagli altri.

Non abbiate paura: non esiste inizio,

questo è il motivo.

I lampadari sono rimasti accesi,

tutti gli orologi a pendolo suonano

senza posa.

 

Giovanna Marmo

 

 

È per questo che vedi solo il bianco

e senti la neve posarsi sui balconi

e fare peso

e speri che possa crollare quella casa

una volta per tutte speri

nel disastro ambientale speri

che di tutto il paese restino solo

i gatti immortali, la parrucchiera,

il giovane pasticciere in piedi dalle cinque

del mattino nel suo laboratorio stanco

insomma la nuda vita che merita

la vergogna della resistenza.

 

Eleonora Rimolo

Volevo spiegarmi molte cose

la fine l'inizio soprattutto l’inizio

l’attesa sempre da considerare

la gravità nascosta nelle unghie

persa nella voglia di morire

poi volevo spiegarmi il compromesso

la cantilena facile di questi tempi

tutto l’amore nascosto e avallato

e ancora la primavera accurata, lecita

prima di dirci che anche la litania

era stato un errore

una confusione di sguardi

un tragitto a vuoto.

 

Melania Panico

 

 

Scrivendo

 

ehi, tu, che scrivi,

che cosa vai scrivendo

e perché scrivi così assiduamente

e cosa vai cercando via via che scrivi?

 

oh, tu, che scrivendo vai

fisse le pupille nel bianco del foglio

il baratro t’ingoia e ti fomenta,

oh, tu, che vivi scrivendo e vivendo scrivi

in pieno giorno o a notte fonda,

insegui umori rumori di sottofondo

o ti confondi al frastuono di visioni e suoni

 

ma come potrai toccare i punti nevralgici

(snodi raccordi vincoli divieti)

se invano stai martoriando il foglio, se non sai

che cosa ti opprime, che cosa cercando vai

annaspando assaporando questa boscaglia

di segni, tu, acchiappanuvole rannuvolato

 

ehi, tu, che non scrivi per non morire,

oh, tu, semmai, per caso, dimmi,

tu scrivi per dirci addio?

 

Antonio Pietropaoli

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