mercoledì 29 maggio 2024

Omaggio a Kafka

Giancarlo Baroni



Il 3 giugno 1924, cento anni fa, moriva Franz Kafka: un gigante della letteratura, il mio scrittore preferito. A lui e alle sue opere indirettamente si ispirano alcuni miei testi in versi e in prosa che testimoniano il persistente affetto e l’ammirazione nei suoi confronti.


Josef


Josef era un uomo molto solo

dai suoi rifugi scriveva

lettere appassionate


lo tormentava il pensiero

che nessuno le avrebbe lette

che qualcuno lo facesse.


(da Contraddizioni d’amore, Mobydick editore, 1998)



Fino al castello


*


Cammino con degli sconosciuti

fino al castello. Là dentro delle voci ci ripetono 

da qui non uscirete

finché non si viene giudicati.


*


Prima che inizi il processo

cerco di ricordare colpe e meriti

però la mente resta vuota

come non fossi mai nato.


*


Mi sento abbandonato

come un cane

nemmeno appare un segno in cui non credo

più per partito preso

che per altre ragioni o sentimenti.


(da I nomi delle cose, puntoacapo editrice, 2020)



La tana di K.


Tutto frana.

Pioggia di polvere e terra

il nemico è alle porte.


Ho scavato alcune gallerie

cieche per disorientare intrusi

e predatori, altre ancora


tortuose come labirinti

si rivelano trappole letali

per chi con spavalda


incoscienza vi si inoltra.

Qualunque via di fuga

è ingombra di detriti,


crolla ogni speranza

di salvarmi. Raspo

per non lasciare nulla di intentato


fino a quando le forze 

mi sorreggono; in un lampo

la coscienza del buio si dissolve.


(Inedita)



«[…] Tra la normalità quotidiana, avvertita come sofferenza e desiderio, e la scrittura praticata come salvezza e condanna, oscilla la tragica esistenza di Kafka e tutta la sua magnifica letteratura».

(dal romanzo breve Irene, Irene. Omaggio a Kafka,  Moby Dick, 1992)

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