giovedì 2 maggio 2024

L’aria vitale della poesia… un soffio di sillabe

recensione di Ivano Mugnaini pubblicata su Dedalus

Nella nota introduttiva al libro, Donatella Nardin precisa che Ixòe de aria – Isole d’aria è il frutto del suo peculiare interesse per gli haiku, ma precisa che pur avendo tentato di aderire ai canoni sia stilistici che concettuali del genere si è presa “alcune libertà come quella di usare il dialetto odierno delle isole treportine/veneziane”.
Questo brano dell’introduzione (e questa considerazione vale sia per questo specifico volume che a più ampio raggio per tutta la produzione poetica della Nardin) conferma che la poetessa sa affiancare allo slancio e alla passione uno studio, una preparazione preliminare che incanalano l’ispirazione nell’alveo di un’espressione conscia che, senza perdere niente della freschezza e dell’immediatezza, consente di produrre lavori compiuti e maturi.
L’utilizzo degli haiku nell’ambito della poesia occidentale è un’operazione complessa e rischiosa. Perché all’origine del genere haiku ci sono secoli di cultura, usanze, visioni del mondo che sono di difficile comprensione e assimilazione. I poeti consapevoli e attenti, come la Nardin, sentono, per istinto oltre che per riflessione profonda, che un tentativo di riproduzione pura e semplice dell’haiku in una lingua differente e in un contesto estremamente diverso darebbe dei risultati insoddisfacenti, rischiando perfino il tonfo nel bathos, nella comicità involontaria. 
(…) 

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