mercoledì 10 gennaio 2024

Raccolta sobria e vibrante di Lorenzo Gafforini

IL DONO NON RICAMBIATO di Lorenzo Gafforini a cura di Vincenzo Capodiferro su Insubria Critica


Il dono non ricambiato è una raccolta di versi di Lorenzo Gafforini, edita da Fara, Rimini 2023. È stata votata al concorso Narrapoetando, con la seguente motivazione: «Nella torbiera della psiche l’itinerario procede da una contrada dell’infanzia, da un affresco di memoria sbiadita: la poesia si fa terapia di costellazioni familiari, unendo genitori e nonni che non vogliono rimanere pure immagini, fotogrammi di uno sguardo distratto». Torna il “Logos Pharmakos” di Gorgia e di Wittgenstein. Il linguaggio si fa cura dei mali psichici in un processo di autoterapia, auto-psico-analisi. Aggiunge Lorenzo: «Papà parla laconicamente della propria infanzia. Ricorda con affetto i pomeriggi all’oratorio con gli amici, le domenicali partite a calcio. Per anni non ha saputo altro. È emerso poi il ritratto di una famiglia assente, incostante. Un quadro desolante, mischiatosi con quello delle altre vite del quartiere». Il rapporto con la figura genitoriale diviene centrale per capire il senso di questa profonda raccolta di versi: l’elaborazione della colpa di vivere, del montaliano “male di vivere” che accompagna inesorabilmente ogni uomo. Aggiunge Alessandro Ramberti: «Padre, che il tuo dono possa diventare anche il mio. Con queste aprole piene di gratitudine ci saluta il poeta». Alessandro paragona Lorenzo a Giovanni il Battista: vox clamantis in daeserto. Il poeta è profeta. Il rapporto col padre rimanda a quello col Padre del tutto. Ed ecco comparire il figlio, prodigo, con tutta la ricchezza dei suoi sentimenti, sedimentata in rocce nel fondo dell’anima. «Lo stile è sobrio e vibrante, tagliente ma con un fondo di compassione, di pietas virgiliana».

sotto la neve padre
fioriscono le primule
d’un viola violento


Il proverbio antico diceva: - Sotto la neve pane, sotto l’acqua pane! Si noti la sinestesia: viola violento! Il viola fin dall’antica è colore che simboleggia il dolore e la morte. Anche in liturgia è simbolo funereo, quaresimale.

padre avrai
mani solo per
setacciare
i miei ricordi


Ricordo i padri mietitori e le madri che setacciavano le spighe con la cesta. Il padre è simbolo della memoria, del ricordo: ricordare significa riportare al cuore, ciò che si è amato.

E conclude Lorenzo: «E l’amore in me ha assunto forme più sincere. Oggi percorro quel viso, divenuto il mio specchio. E ho capito molte cose di me e della mia famiglia. Rivedo i nonni sereni, seduti nella coorte di un monastero fuorimano. Sorridono al sole e le loro parole sono poesie».

Lorenzo Gafforini (Brescia 1996) si è laureato in giurisprudenza. Ha pubblicato varie raccolte di versi, tra cui: “Beotica danza” (2013); “Tupaz” (2018); “Asmik” (2020); “Catarsico” (2022). Collabora con diverse riviste letterarie. Ha tradotto “Se tutti i danesi fossero ebrei” di E. Evtusenko.

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