Fotografia di Jamie Heiden
PRIMA STESURA
Rubrica di inediti a cura di Silvia Rosa
"Insieme alle foglie" di Francesca Rosso
COME LE FOGLIE A NOVEMBRE
A volte si cade.
Si scivola
si inciampa
si mette male un piede
et voilà.
Sarebbe bello cadere
come le foglie a novembre.
Pesano poco
con grazia
danzano col vento
galleggiano nell’aria
toccano la terra
con la dolcezza di un bacio.
Manca lo sforzo di resistere.
La foglia non cerca un posto più adatto
non teme che sia il momento sbagliato
e che domani cadrebbe meglio,
che le altre sghignazzino di lei,
è il destino di tutte.
La foglia cade
delicata, bella, sapiente.
Viaggia verso la terra che la riporta a casa
a volte risale e sembra volare
non fa rumore
non strepita
non resiste.
Si abbandona
con la saggezza dei milioni di foglie cadute prima
con la speranza di trasformarsi
ancora.
Si affida al flusso sapiente della vita
senza darsi importanza.
Vorrei cadere con la grazia di una foglia.
FAI DANZARE I PIEDI INSIEME ALLE FOGLIE
Cerca un albero, anche in un parco cittadino.
Fermati, ne hai tutto il diritto.
Spargi sotto le foglie i pensieri e le emozioni.
Stendi la schiena sugli aghi di pino o sulla terra.
Solleva i piedi e cambia prospettiva.
Metti spazio fra le vertebre stiracchiandoti.
Guarda la luce fra i rami e lasciala sussurrare.
Sventola le dita dei piedi separandole il più possibile,
senza fare la stessa cosa con le mani.
Annusa l’aria e lasciala entrare nei polmoni aperti.
Fai danzare i piedi insieme alle foglie.
Lascia che intorno tutto suoni per te: bambini, tamburi, cani.
Fatti un sorriso, rilassa il viso e la testa.
Fai spazio, disaffolla, godi di quello che arriva, zanzara compresa.
Sii qui in questo istante di agosto che odora di settembre.
Sii qui, tutt’uno con la terra che ti sostiene.
Sii qui, tutt’uno con il cielo che cambia colore ma non cambia idea.
Sii, viva, vivo, senza dar retta al solito io-mio-me
ma pulsando con l’universo intero.
Anche solo per un respiro.
NON VOGLIO PIÙ SBUCCIARE LE PAROLE
Non voglio più sbucciare le parole
per rintracciare briciole di vero
spulciare fra i tuoi fuochi d’artificio
che incartano la vita di paillettes
le altalene ambigue da romanzo
i sì che sono no e i pensavo che
la rabbia che si accende a ogni passo
se giochi con le cose che non hai
vorrei che tutto questo scivolasse
sul ghiaccio che hai macchiato di caffè
ma invece è colla sull’asfalto caldo
profuma di genziana e di eucalipto
fra onde, incensi e suoni dell’estate
polpette d’anima e pelle salata.
Francesca Rosso, nata a Torino nel 1970, è giornalista,
scrittrice e sommelier. Laurea in Storia del cinema, dottorato sulla danza di
Bollywood e master in Mindfulness, ha pubblicato nel 2008 “Cinema e danza,
storia di un passo a due” (UTET Università), nel 2011 Zuppe, zucche e pan di
zenzero, la cucina mostruosa di Tim Burton (Il Leone Verde), nel 2016 La
danza nel cinema di Bollywood (Aracne), nel 2019 il romanzo Non più, non
ancora (Golem edizioni), nel 2021 Mindful Cooking. Cucinare in consapevolezza
per dare più gusto alla propria vita (Il Leone Verde). Collabora con La
Stampa, insegna yoga e meditazione e ha condotto seminari di scrittura
collaborativa per adolescenti. Si è appena diplomata in Drammaturgia
all’Accademia Silvio D’amico. Ha un blog: francescarosso.it. Quando non scrive
rema e balla tango.
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