Germana Duca, Da Urbino ore cambiate, VivArte 2022, con opere grafiche di Oliviero Gessaroli, realizzato dall’Associazione Culturale L’Arte in Arte di Urbino, impresso in 200 esemplari, grafica di Susanna Galeotti
recensione di AR
“Il presente è punto inafferrabile / quanto l’infinito e ogni parte / ricerca il suo tutto per fuggire / l’imperfezione. Lì fuori, la foglia / volge il diritto verso il cielo (…)” (p. 16).
Con linguaggio piano e sapiente Germana Duca ci apre la porta di casa – affetti, odori, sentimenti, letture, ricordi, attenzioni… – e ci accompagna per i vicoli meravigliosamente prospettici di Urbino a cui si rivolge con parole luminose (“Lungo il camminamento delle Mura, / passo e respiro vanno in armonia, Lo sguardo si eleva a contemplare.”, p. 14) in questa raccolta licenziata il 21 marzo 2022, ormai a fine pandemia ma con l’invasione dell’Ucraina a ricordarci l’incombere del male: “Dell’inferno sulla terra inerte, / devastata, a chi chiedere conto?” (p. 15).
La vita è fatta di incontri e confronti, grano e zizzania, chiusure e abbracci, responsabilità e affidamento: “(…) Una libertà / rischiosa, fatta di parole incerte, / in lotta con il qui e ora, intanto / che corre l’anno e tutto è troppo (…)” (p. 17).
Alla sezione “Giorno” segue inevitabilmente “Notte” che si apre con queste bellissime parole: “Il passato è una mappa per chi cerca / bellezza in ogni cosa (…)” e poco più più avanti ci dice che “addolorarsi è cosa vana, meglio / ricordarsi di sperare (…)” (p. 25). All’ora III Germana constata: “Noi che, senza saperlo, siamo / solo un po’ di niente. Lasciati / in balìa dei sogni, dilaniati / da fretta, ansie, angosce, orgogli.” (p. 27). E all’ora IV: “Eppure, se in qualche parola batte / il cuore, ci può stare anche / l‘errore. Allora scrivo, così / mi libero di me, del mio spirito” (p. 28).
La raccolta si chiude con questi versi “sospesi” di sapore eracliteo (p. 36): “Non è mai uguale la ricorrenza, / quando si alza il sole. A volte / finisce, a volte inizia la festa.”
Un Quaderno ricco di verità, musicalità ed empatia.
PS I versi posti a titolo di questa recensione sono tratti dalla XI ora del “Giorno”, p. 21.
Nessun commento:
Posta un commento