lunedì 13 luglio 2009

Su Gli angoli della terra di Germana Duca Ruggeri

Ed. Joker, 2009

«Incredibili quanti itinerari / si intracciano in una parola / nelle sillabe di un poesia / nello sguardo di chi ascolta.» (p. 12)
Questa quartina della prima sezione, “Materiali”, ci presenta, con la chiarezza e la semplicità di una scrittura sicura, un piccolo dietro-le-quinte della nuova raccolta di Germana Duca Ruggeri che credo possa essere condiviso da tutti coloro che leggono e e scrivono versi. Bello anche il tono familiare, intriso di una pietas marcatamente cristiana, dialogico e a tratti orante, che contraddistingue senz'altro quest'opera in cui il paesaggio umano e naturale (quasi un diario di viaggio) gioca un ruolo fondamentale:

«O Signore / cui nulla è impossibile / donaci ancora tempo / per conoscerci / così come siamo diversi.» (p. 14)
«È bella la strada / cammina con chi va / e come il prato oggi / ha nostalgia di voi.» (p. 22)
«La poesia non è una pianta esotica / non cresce sulle nuvole ha radici / sulla terra calpestata nell'infanzia / e su quella passata a guado / nell'età matura. È verità a pezzi / … » (p. 28)
«Noi alberi rovesciati / trapiantati al suolo» (p. 35).

La seconda sezione, intitolata “Immateriali”, ha quasi la portata di un testamento spirituale: c'è un fare il punto del cammino percorso e un indicare con umiltà possibili vie (non facili, ma belle) da seguire:

«l'attacco del silenzio / non annienta la speranza / di riavere la parola.» (p. 42)
«Avere pace. Senza perché amare.» (p. 43)
«Niente è più doloroso / del raggio che si sposta / dalle ferite / che ci procuriamo / a volerlo inseguire.» (p. 49)
«Guardiamo tutti verso il futuro / ma questo non basta a unirci.» (p. 50)
«e non vi sia esitazione / alla fine / fra paura e preghiera.» (p. 58)

Davvero intense queste esortazioni di sapore kierkegaardiano, anche se il suono della poesia di Germana Duca Ruggeri è senz'altro meno cupo di quello del grande Danese:
«La tua legge è nel profondo / del mio cuore e con fiducia / attendo l'ultima visitatrice. / Quando osservo / la strada dalla finestra / immagino il suo arrivo / come l'avvento della luce.» (p. 59)
Forse non tutti concorderanno che «Quando finisce la poesia / inizia la preghiera», perché una preghiera stessa può diventare poesia (come accade, ad esempio, nei Salmi), ma credo che tutti coloro che “si affidano” possano sottoscrivere il verso successivo: «Pregare è ricevere delle forze» (p. 60).
È un libro questo, che accanto a pagine di journal, di sapore intimo, domestico e amicale, offre squarci e slanci che ci portiamo nella mente e nel cuore.

(AR)

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