martedì 28 marzo 2023

Una missione appassionata e appassionante

Implicita missione, la nuova silloge di Claudia Piccinno recensita da Grazia Procino su La voce del paese del 24 marzo 2023.

L’impegno prometeico per la poesia è avvertito da Claudia Piccinno come una missione appassionata e appassionante verso la diffusione della parola poetica in tutte le forme e declinazioni transnazionali. È poetessa che si muove con grande agio e disinvoltura in tutti i paesi del mondo, tradotta in moltissime lingue e, a sua volta, traduttrice in inglese di molti poeti. La sua è, pertanto, una missione o, per me, una vocazione che abbatte gli ostacoli più irti e le meschinità più viscide. La silloge ultima, edita da FaraEditore, è eccezionale per maturità espressiva e intimità di ispirazione: Claudia si è svelata portando a galla, come Caproni indicava, i suoi dolori, le perdite, le mancanze, la sua rabbia verso le violenze e i soprusi.

Gli sms di mio padre
ancora sullo schermo,
cordone mai reciso
le parole per mia madre
orfana senza di lui
orfana anch’io senza quei due.
Ereditai un fratello e
due nipoti,
un aranceto che gemma memorie
fresie che sbocciano senza una ragione
reperti afoni di una vicenda privata.
Gli sms di mio padre
ancora sullo schermo
raccontano il calvario
della fine,
le premure di un uomo
la disperata ricerca di senso
una microstoria di ordinario dolore.

La memoria è uno dei temi più significativi di questa raccolta, una memoria intrisa di vita ancora palpitante di accenti dolcemente amorosi verso i genitori, l’infanzia dei giochi, la famiglia: la fotosintesi della memoria si compie “senza clamore, senza rumore”.
L’amore ardente per la sua terra, il Salento e Lecce, esplode in toni accecanti di bellezza nella poesia incipitaria della prima sezione:

Visioni del sud
nella nodosa corteccia
degli ulivi
frammenti di luce
in comode rate
a colmare gli abbracci inevasi.
Un libro, un taccuino, un caffè
fan da cornice
a quest’elioterapia del ritorno.
Non c’è scadenza, né vuoto a rendere
in quest’ossessione delle radici.

È la cura naturale, il ritorno alle sue radici, agli ulivi argentei, è l’elioterapia che riscalda e dà nuova linfa rigenerante scendere al sud come sprofondare nei ricordi, che, come l’etimo traccia, è immersione nel cuore.
In “Donna è il nome del futuro” la poetessa traccia la linea della bellezza sfolgorante imposta dalla dea Venere che si coniuga con la pace, anzi la partorisce. Gli ultimi versi delineano la missione della donna che “congiunge nello sguardo cielo e mare/nell’anima alimenta il fuoco sacro”.
La perizia tecnica viene esaltata in modo particolare nella seconda sezione, quella occupata dagli haiku, e nella terza sezione, i tautogrammi, veri e propri testi di funambolismo linguistico.

Ebreo errante
Esule esiliato
Emarginato
Eradicato
Estraneo
Errabondo
Estemporanea estate
elemosinavi,
evitando enormi efferatezze.

In questa silloge, dove la Piccinno in una prova non facile raggiunge l’acme della maturità, si avverte categorica la coscienza della poesia, l’ispirazione che non è mai disgiunta da autentico sentimento, dalla coscienza di sé.


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