La milionesima notte di Carla Malerba
Fara Editore
Poesie
Pagg. 64
ISBN 978-88-9293-038-0
Prezzo Euro 12,00
recensione di Renzo Montagnoli pubblicata su ARTEinsieme
In un tempo sospeso
(Mi disegna la notte / un ventaglio di immagini / sparse / tra il vero e l’ombra / che mai mi abbandona. / Al buio scrivo parole / che la mente illumina / e guida la mano / il pensiero del nulla che siamo.)
È l’ultima poesia di questa raccolta, con una chiusa che mi riporta alla realtà, il pensiero del nulla che siamo, un verso che si contrappone all’atmosfera sospesa che mi ha accompagnato durante tutta la lettura, in un tempo indefinito, forse lungo, forse breve, ma quando si è assorti, quando si è presi dallo scorrere delle parole, dalle immagini che si formano, scompaiono e ritornano in una serie di dissolvenze incrociate, non si ha più il senso del tempo. Sono entrato in queste poesie curioso, dato il particolare titolo (mi continuava a venire in mente la raccolta di racconti orientali Le mille e una notte), e sono bastati pochi versi (Che buone cose / certi incontri,/ aiutano / quando ci si volta / a scorrere / la turpitudine dei tempi, / di mille e mille anime / la storia / ad ogni pagina scritta.) per essere rapito, un’immersione pressoché istantanea nel fascino della parola che non è urlata, ma sussurrata, non è imposta, ma proposta. E così tutto cambia, entro in un mondo che non ha né giorno, né notte, in un tempo appunto sospeso. E sospeso sono stato pure io, nel fluire dei versi che dolci dolci mi incantavano (Tremano / le foglie di maggio / a questo vento invece / che è autunnale / e soffia contro i vetri / per entrare.). Forse sognavo, forse mi illudevo di toccare il cielo, ma la poesia è anche questo, è la capacità di trasmettere sensazioni e, soprattutto emozioni. Ricordo pure che mi sono detto: “Questa donna venuta dal deserto, dalle sabbie roventi, dal vento impetuoso e infuocato ha la leggerezza della brezza di una sera di settembre, ma anche la capacità di aprirsi come una porta appena accostata, e che ci trovi dentro? Non una stanza vuota, né chincaglieria, ma visioni di una natura serena, sentimenti di un’anima in pace con se stessa, il piacere di essere.”
Mentre leggevo non mi sono mai chiesto se le poesie fossero belle, perché non ne avevo il tempo, rapito come ero, una sensazione piacevole a cui appunto ha posto fine la chiusa di cui prima ho detto, con l’incantevole ossimoro di scrivere al buio parole che la mente illumina, ma con l’umiltà di avere la consapevolezza della nostra limitatezza e con la convinzione che solo con la poesia ci può essere consentito di toccare il cielo – aggiungo – perché durante la lettura se non l’ho toccato, ci sono andato comunque vicino.
La serenità che è in Carla Malerba è contagiosa, perché la trasmette attraverso i suoi versi, che sono da leggere in silenzio o ascoltando qualche brano di musica classica, magari di un autore che non ha bisogno di presentazioni, Wolfgang Amadeus Mozart. È come se le note di Una piccola notte di musica scendessero dall’alto ad abbracciare le parole dei versi e insieme facessero nascere una sinfonia di immagini celestiali.
Di conseguenza, la lettura è indubbiamente consigliata.
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