Con questo nuovo
lavoro che riunisce tre raccolte edite in francese e qui pubblicate nella loro
versione italiana, Marilyne Bertoncini – che scrive sia in italiano che in
francese – ci offre l'immensità di un universo di sabbia, acqua e vento
attraversato da profumi , colori dove tutto è movimento, fluidità e
metamorfosi, come le dune di sabbia che illustrano la copertina. Il titolo
riprende quello di un libro – e di un racconto – di Borges.
Sarà questo libro
collegato a Il libro di sabbia dell'autore argentino? A priori, no.
Tuttavia è chiaro che ci sono evidenti affinità: vi è presente la dimensione
del mistero così come quella del fantastico. Con Marilyne Bertoncini, infatti,
i paesaggi di un'infanzia fiamminga si trasformano e la sabbia dall'"intensa
fragranza minerale" (è quella dei ricordi) diventa Sabbia, nome di
battesimo di una creatura onirica e fantastica, forse leggendaria, più spesso
indicata come Lei, donna-duna senza volto, anima errante dagli occhi di fiore, allo
stesso tempo risplendente e pallida, cinta da una corona di spine, muta,
soffocante, soffocata dal carattere stesso della sua stessa costituzione!
Perché se la fluidità della sabbia suggerisce una somiglianza con l'oceano:
"La duna mima l'oceano", non è l'oceano: la sabbia è una "schiuma
secca": risucchia, soffoca , uccide!
La sabbia
nella sua bocca la soffoca come un bavaglio
e inoltre :
L'orco di
sabbia ocra divora la sua parola
L'autrice,
"figlia delle sabbie", e figlia simbolica di Sabbia, "Sono
figlia di Sabbia/ma le parole/sono mie" si proietta nei suoi ricordi e
questa donna di sabbia che non sa parlare ma che vive dentro di lei e si
esprime attraverso la sua poesia – Io grido/ Io SCRIVO – potrebbe essere
l'anima segreta del suo passato, perché vedremo che i tempi si intrecciano e
questa è un'altra affinità con Borges: la concezione del tempo (anche qui al
centro della scrittura), un tempo senza inizio né fine – non dimentichiamo che
la raccolta inizia con questo verso: “Non ho nessun ricordo dell'avvenire,
disse Lei”). Un tempo non lineare ma labirintico che ignora ogni
cronologia: i ricordi emergono in modo improbabile e disordinato, come
frammenti di vita riflessi in specchi rotti riportati dalle maree e in cui
tutto si mescola e si confonde. “Se lo spazio è infinito, noi siamo in
qualsiasi punto dello spazio. Se il tempo è infinito, noi siamo in qualsiasi
punto del tempo. »
Nel Libro di
Sabbia di Marilyne Bertoncini, le terre desolate e gli orti del Nord
sorgono dietro le ombre fruscianti, il mormorio delle fontane, si sovrappongono
alla morbidezza ammaliante di fragranze quasi orientali, e al silenzio che
divora le statue in rovina. un giardino popolato di anime morte sopra il quale
il cielo si scioglie e brucia le stelle. Il paradiso confina con l'inferno.
“Passo i confini
assegnati alle cose/dalle parole” scrive. Non c'è più confine tra passato e
presente, ombra e luce, realtà e immaginazione, vita e morte, "Nude
nues denudate" si legge in francese e italiano nella stessa linea a
pagina 19.
Un'altra figura
mitica della raccolta : Leila, un nome intimamente legato al fiore lilla. Le
poesie dedicate all'una e all'altra si intrecciano creando l'effetto se non di
un dialogo, almeno di un'eco, al centro di una lunga poesia intitolata La
notte di Lilla Leila, col nome colore di notte, oggetto di un amore
impossibile, assoluto ed eterno, del poeta beduino Majnûn, appare qui come la
“sorella del cuore” dell'autore.
Dolce Sorella
nella mia lingua
segreta
una confessione
scandita da silenzi. Il poeta non dirà
altro, sta a noi leggere il dolore dell'assenza nel bianco della pagina, perché
Il Libro di Sabbia è, per
definizione, un libro sfuggente. Un libro che può essere interpretato in
diversi modi, su cui il lettore può proiettare le proprie immagini nel
"labirinto delle notti".
Se, in Borges, segni
e illustrazioni scompaiono misteriosamente da pagine appena lette, e quindi
sono visibili una sola volta, qui è l'eterno movimento della sabbia che tutto
trasforma, non trattiene le tracce solo in modo effimero ricordandoci che tutto
accade una volta sola.
Così è per i ricordi
che sono come impronte nella soffice sabbia immediatamente ricoperta dalle onde
dell'oceano. La memoria stessa è destinata a scomparire...
la sabbia
succhiava la mia caviglia
risucchiato la
mia memoria
improvvisare
ta del mio piede si riempie di un minuscolo frayanto di specchio
l'onda
successiva lo ingoia
Questo libro
dell'impermanenza ci parla di assenza, infinito e sogni, visioni fugaci che
solo le parole possono catturare. Libro di memorie dove nessun evento viene
svelato ma suggerito attraverso l’acume delle percezioni (colori, suoni, odori)
rivelando emozioni intatte. Tra queste si segnala una predilezione per il
viola, disponibile in tutte le sue sfumature (lilla, lavanda, vinaccia, malva,
ecc.) e che probabilmente non deve nulla al caso. Se la città di Parma non
viene mai citata, è molto presente nella simbologia dei colori. Un libro contro
l'oblio? Senza dubbio.
L'autore scrive con
accuratezza e delicatezza un'impermanenza infestata dalla mitologia e dalle
leggende e che si conclude in una danza macabra dove la morte coronata di
stelle porta via sia i sogni dei morti che i ricordi dei vivi. Ma dove stanno
andando? …RICAPITO…. IMPOSSIBILE… è la risposta data nell'ultimo verso della
raccolta, che può essere tradotto come “sconosciuto a questo indirizzo” o
“mancata consegna”.
Irène Duboeuf, 7
febbraio 2023
trad. Marilyne Bertoncini
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