Dal 13 al 15 maggio di quest’anno in quegli stessi luoghi si è svolta una kermesse letteraria residenziale, organizzata da padre Gianni Criveller e Alessandro Ramberti, fondatore e direttore della casa editrice Fara e attivissimo organizzatore di eventi poetici. Partecipanti: cinquanta tra poeti, artisti, critici e affezionati lettori. La tre
giorni si è articolata in molte comunicazioni e performance, in tutti i luoghi significativi che ricordano la poetessa, e che dalla sua figura e dai suoi versi hanno preso le mosse. Undici di questi contributi sono oggi confluiti nel volume degli Atti, pubblicato a tempo di record: Gianni Criveller (a cura di), “L’età delle parole è finita per sempre”? Una kermesse dedicata ad Antonia Pozzi, Fara Editore, Rimini 2022, pp. 172, € 20.
Di essi, tutti interessanti, desidero ricordare almeno il bel poemetto (oltre 160 versi) in cui Adalgisa Zanotto dà voce alla Pozzi, cogliendo molti tratti essenziali nel suo rapporto con la parola poetica; e una bella riflessione sulla parola di Raffaella Fazio.
La parola poetica vera, del resto, è sempre generativa in altri spiriti artistici. In questi ultimi anni i versi di Antonia sono stati innesco per opere pittoriche e scultoree, fotografiche e anche cinematografiche (alla poetessa negli ultimi quindici anni sono stati dedicati ben tre film…).
La kermesse ha avuto anche un momento pubblico, molto partecipato, in cui quattro studiosi si sono alternati sulla figura e sull’opera di Antonia Pozzi. La trascrizione dei loro interventi costituisce la prima metà del volume.
L’autore di questo scritto, ultimo
a parlare, ha cercato di ricostruire i motivi profondi dell’alpinismo di Antonia e cosa cercasse la sua anima contemplativa nella natura e nell’alta montagna (Natura, alpinismo, silenzio
in Antonia Pozzi, pp. 66-84).
Degli altri tre, che pure hanno
toccato molte questioni, vorrei raccontare un tema che, come un filo rosso, li accomuna: la progressiva pubblicazione dell’opera poetica, ormai completa e filologicamente corretta, ci ha restituito la vera immagine di Antonia, che per anni invece era offuscata da una presentazione parziale e distorta dei suoi testi lirici.
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