Inediti e illustrazione
di Dante Zamperini
Quanto ancora
Quanti ossari dovremo
ancora elevare,
quanti romanzi
scrivere a matita
su pagine incerte,
strappate,
altre ingiallite?
Quante tombe scavare?
Quale cielo
deve passare
su questo cielo
scuro, prepotente,
malfermo?
Non basta
un gioco di foglie
per stabilire la quiete?
L’odore della neve
caduta a Natale?
Il silenzio delle stelle
a San Lorenzo?
Quanto freddo,
quanto sangue
dovremo sudare?
Quanto pianto
per capire?
A Capodanno
Giorno dopo giorno
il tempo, il vento,
le parole dei vecchi
abbandonate.
Si discute delle cose da poco
del so e non so
si dice
tutto questo e quant’altro ancora.
Si sa non si sa si sa.
Sopra la panca
la capra canta
o forse è stanca
la capra che
sulla panca canta?
E fosse che
la capra stanca non canta
perché sotto
la panca crepa?
Contando si sbagliano i conti,
cantando si stonano i canti.
Santo Gaetano,
san Stefano,
san Sebastiano,
ogni santo una sagra
e il paese si salva
con pane e salame.
Il grigio e l’azzurro,
i colori della sera,
dell’ombra caduta a brandelli
da ciò che resta del giorno.
È di buon auspicio
l’uomo
sulla soglia di casa.
A Capodanno.
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