Queste parole che guardano il sole
questi ragazzini senza vele
che giocano nel campo di pallone
e intorno a loro il mondo tutto, e il vento
Li guardo e mi chiedo dove attraccheranno
un sole caldo li ha sfiorati
ma non basta a salvarli dalle macerie
Primo è l'abisso, che ci osserva
e non conosce la pazienza, e ci insegue
Secondo, l'amore che manca alle mani
per poter raccogliere queste parole
e farne ragazzini che giocano e ridono
***
Mi guardi dalla fotografia
ma io non so scrivere nella tua lingua
di ciò che si chiamava bambino
ed era viaggio di vento, irruzione
nel nuovo giorno, al calendario
scandalo
Incontrarti oggi in uno specchio di carta
mi ha fatto tremare le mani
perché ti ostini ad accompagnarmi di nascosto
all'uscita di ogni galleria
quando insieme per la sorpresa ridiamo
di fronte a un'improvvisa voragine di luce
***
Ti trovo la sera seduto sulle parole
inefficaci dell'uomo evacuato
Fra gli scarti della giornata
ti porto del pane
Ma sono gli allarmi a rispondere
questo vento che scende nel tuo silenzio
dove attendi nel fondo della notte
un suono riemergere dal fondo della carne
Faccio una battuta e sopravvivo
ma prendo per amore l'elemosina
e sosto, senza amore, perché è facile
condividere del prossimo
il
meno e non il più a noi prossimo
***
Apro le mani, piene di dita inutili
che sanno solo scrivere
parole
***
Siamo qui per la bellezza, ma
come rifugiati fra due porte
in attesa di un fuoco qualunque
che commuova il calendario
In questo venire e andare di corpi
non hai nemmeno il tempo di dargli un nome:
lanciano sul tavolo poche parole, si alzano
Siamo qui per la bellezza, ma
come pieni di linee scure
che potevano essere albero, nuvola: attendiamo
nell'apnea delle disattese
è tua la voce a filo d'acqua
che modula una fiamma
per chi, liquido, sta
Massimiliano Damaggio vive in Grecia da anni. Nella vita, ha svolto i lavori più disparati. Con Tomada, Iacovella, Tito e Devicienti aprì, nel 2015, il blog "Perìgeion".
Oggi è redattore della "Dimora del tempo sospeso" di Marotta.
Si occupa soprattutto di traduzioni dal greco e dal portoghese.
Ha pubblicato, negli anni, diversi libri di poesia: Neon (1996); Poesia come pietra (prefazione di Bordini, 2011); Edifici pericolanti (Postfazione di Franzin, 2017); Ces qui prennent un café face à la mer (Francia, 2017); Paulo Leminski, Distratti vinceremo (traduzione, l'Arcolaio 2021). A breve uscirà "Io scrivo nella tua lingua" (Zona, postfazione di Mia Lecomte).
Le poesie che avete letto sono tratte da Massimiliano Damaggio, "Edifici pericolanti", Dot.com Press, 2017
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