venerdì 4 febbraio 2022

IT'S FRIDAY | Una breve nota su "Il passo dell'obbedienza" di Laura Corraducci

 




Io di Laura Corraducci era da un po' che sentivo parlare: sia in qualità di organizzatrice del Festival Vaghe stelle dell'orsa che, dal 2012, interessa la città di Pesaro, nel periodo estivo, sia, soprattutto, dalla condivisione letteraria con un carissimo amico e poeta, Massimiliano.

- Questo era l'inizio della recensione, scritta ormai più di un anno fa: nell'arco di tempo di un anno io, Laura e le nostre ricerche poetiche si sono incontrate, diverse volte.

Dopo aver letto qualcosa su internet, cercato alcuni video su youtube, ho acquistato “Il passo dell'obbedienza” (Moretti&Vitali, 2020) il giorno stesso che è stato messo in commercio.

L'ho letto in una notte, tutto d'un fiato. Perchè è un libro che vince il sonno, che tiene sospesi a mezz'aria su di un filo che ti tocca percorrere fino in fondo. L'ho poi riletto a distanza di tempo, con maggiore lentezza. Ne ho assaporato il delicato approccio all'umano che, nella prima lettura, mi aveva inebriato.

Un poeta immenso, Francesco Scarabicchi, scrive: “Solo chi è attento al flebile battito, può dir qualcosa dell'uomo.” La poesia di Laura (nella seconda metà del libro in particolare) è un avvicinarsi con attenzione misurata al flebile battito di un'umanità sofferente e spesso dimenticata, ma non per questo sconfitta, anzi: ricolma di forza e di luce.

Nelle diverse sezioni in cui è diviso il libro, il verso poetico si fa musica a basso volume, che riempie la stanza, le nudità del cuore: una sera di inizio settembre, quando il vento trasporta le prime foglie cadute dai rami e si respira ancora, nell'aria, il tepore terso dell'estate.


*Alcune poesie tratte da "Il passo dell'obbedienza"*


la casa che abiti non ti appartiene più

cade polvere dai muri e dagli occhi

sulle favole raccontate ai bambini

eppure vedi sei il solo che ritorna

nei fiori bianchi di questa primavera

per riannodare ogni filo con le mani

a ricordare che il coraggio dell'amore

si nasconde sempre nel timore della resa

***

cerchiamo sempre il sale anche nei giorni

di tempesta il sale che ci bruci gli occhi

e le facce sollevate in alto ad inseguire

le onde chiare che fa il vento con le vele

su questo mare profondo solo un pomeriggio

***

non servono molte parole alla verità

basta sentire sottovoce il mio nome

e tutto il vento che soffi tu mentre lo dici

***

quando le sedie rimangono vuote

io vedo questo abito farsi più scuro

e nessuno ricordare più il mio nome

allora sento la vita compiersi ancora

insieme al dolore bagnato di un fiore

nel passo danzante dell'obbedienza




Laura Corraducci è nata a Pesaro nel 1974 dove risiede, è insegnante di inglese.

Nel 2007 pubblica il suo primo libro di poesie con Edizioni Del Leone dal titolo Lux Renova.

Suoi inediti sono apparsi su Punto Almanacco della poesia italiana 2014, edizione Puntoacapo, Gradiva con nota critica di Giancarlo Pontiggia, Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea 2, Raffaelli editore.

Dal 2012 organizza, con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura della sua città, la rassegna poetica “Vaghe stelle dell'Orsa” dedicata alla poesia contemporanea italiana e straniera che ha visto come ospiti fra i poeti più importanti del panorama letterario italiano e straniero.

Nel 2015 per Raffaelli editore pubblica la sua seconda raccolta poetica dal titolo  

Il Canto di Cecilia e altre poesie  che si classifica al secondo posto nel concorso poetico “Premio di poesia Camposampiero 2016”.

Ha scritto e portato in scena il recital poetico Dell'amore, della parola e di altri tormenti.

Sue poesie sono state tradotte in lingua spagnola, inglese, olandese, rumena e portoghese.

Ha tradotto il libro  Dire sì in russo  della poetessa inglese Caroline Clark, poesie della poetessa turca  Muesser Yehniay e del poeta americano Bill Wolak.

“Il passo dell'obbedienza” edito Moretti e Vitali è il suo terzo libro di poesie








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