giovedì 10 settembre 2020

Una composizione originale

Alessandro Ramberti, Faglia-Faŭlto. Avviamento all'esperanto, Fara 2020 

recensione di Gian Ruggero Manzoni 

 



Alessandro Ramberti, poeta ed editore, è nato a Santarcangelo di Romagna nel 1960. Laureato in Lingue Orientali a Venezia, ha vinto una borsa di studio che lo ha portato all’Università Fudan di Shanghai. Nel 1988 ha conseguito a Los Angeles il Master in Linguistica presso l’UCLA e nel 1993 il Dottorato in Linguistica presso l’Università Roma Tre. Ha pubblicato in prosa: “Racconti su un chicco di riso” (1991) e “La simmetria imperfetta” (con lo pseudonimo di Johan Thor Johansson - 1996). In poesia: “In cerca” (2004), “Pietrisco” (2006), “Sotto il sole – sopra il cielo” (2012), “Orme intangibili” (2015), “Al largo” (2017). Come da presentazione editoriale la recente raccolta di Alessandro Ramberti, intitolata Faglia-Faŭlto, ha un sottotitolo: Avviamento all’esperanto. Questa iniziale notazione evidenzia già l’originalità e complessità dell’opera, perché il libro si compone di una prima sezione di poesie in italiano, di una seconda in cui parte delle stesse poesie sono riportate nella versione in esperanto, e di una terza sezione dove, attraverso 10 lezioni con relativi esercizi e un’appendice, l’autore offre al lettore un piccolo manuale di avviamento all’esperanto. Ma veniamo alle composizioni di Ramberti. Le poesie pubblicate nel volume rivelano, come sempre, la sapienzialità che vive in Alessandro, espressa con grande trasporto, intensità, passione, purezza. L’insieme e il come lo stesso è concertato ribadiscono valori come quello della solidarietà, dell’unione fra i popoli, della comunione. Così, del libro, ha scritto il poeta, narratore, sociologo Subhaga Gaetano Failla: “L’Autore, con la proposta di una lingua libera e comune, realizza il primo passo verso l’amicizia universale. E in tal senso, nell’utopia dell’esperanto come lingua globale, egli va ben oltre la famosa affermazione di Pessoa ‘la mia patria è la lingua portoghese’. Per Alessandro Ramberti patria è l’intero pianeta, e possiamo condividerlo soltanto attraverso una suprema alchimia, una ineffabile armonia, come leggiamo in questi versi ispirati: Legando lo spirito alla terra / richiedi una sponda che dia slancio / che mescoli queste dimensioni […]. L’amicizia universale giunge a noi quando, attraverso una ‘faglia’, siamo colpiti da un bagliore, da questa intuizione: il nostro io è illusorio e di conseguenza è illusoria la nostra separatezza. Thomas Merton ha intitolato un suo libro Nessun uomo è un’isola, in ricordo di un passo di John Donne. E Alessandro Ramberti ci illumina con questi versi: Nessuno è isolato e chi si pensa / migliore non ha ai piedi ali / ma il cuore inceppato e travisato.”

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