venerdì 24 luglio 2020

CLAUDIA PICCINNO LEGGE Rosa del battito di Donatella Nardin Fara editore


Fara editore

Oltre il recinto del dicibile

Una scrittura poetica che tratteggia i chiaroscuri con tocco vellutato come petali di rosa, quella di Donatella Nardin. Filo conduttore è la parola anche nell’ossimorica presenza del silenzio: Ci abbraccia il non detto / significando /da solo il suo senso profondo.
Parole come rose, germogli e boccioli infilati a memento – come un addio – nella tasca sfilacciata dei jeans e un imperativo categorico: fronteggiare, fronteggiarsi.
È un bisogno primario per l’autrice quello della comunicazione, ma non è necessario il verbo per mutare le ombre in luce, basta affidarsi alla bellezza all’improvviso, occorre trattenere un’immagine, un aroma, basta saper cogliere l’invisibile / che sorride, stretto in uno scialle / ricamato dal fulgore.
Ma oltre la bellezza si evince il dolore, solo attraversando il proprio dolore si ha consapevolezza dell’enigma che siamo.
È un piccolo trattato di resilienza questa raccolta di componimenti poetici: Ci proteggono le cicatrici/ dai letti vuoti, dalle sottrazioni/ e dai mancamenti.
Bellezza, amore e fede sostengono l’autrice che ci esorta ad attendere quella preghiera che non possieda la labilità di un fiore d’acqua/ consunto ma che ci faccia sentire/accolti, protetti/ qui, proprio qui,/ al centro esatto della luce dove/ si appalesa l’Eterno/ e in amore ci tiene stretti.

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