mercoledì 15 aprile 2020

Se ne vanno in silenzio


Caspar David Friedrich, Mondaufgang am Meer (Luna nascente sul mare)
ca 1821, Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo

Da diversi giorni le parole veleggiavano senza riuscire a fermarsi. Solo per un momento si erano depositate sulla pagina, ma davano la sensazione che non fosse corretto per chi nel più assoluto silenzio ci aveva lasciato, non era giusto, non era onesto. Così ho cancellato qualche parola, ho alleggerito il tema e soprattutto ho aggiunto gli ultimi due versi, un segnale di speranza, perché è la speranza che ci aiuta a risorgere. Ora sono quasi pronte e le possiamo diffondere.



Se ne vanno in silenzio


Se ne vanno in silenzio, senza nomi e senza volti,
senza rumore, lasciano solo il numero di una stanza
e forse un nome, ma non c’è nessuno a chiamarli,
nessuno se non un vuoto dentro.

Se ne vanno i nonni, gli ultimi, coi loro pensieri,
le parole raccolte e hanno mani grandi, quelle mani
che nessuno ha stretto perché l’addio fosse più dolce,
quelle mani che hanno accarezzato donne e nipoti.

Se ne vanno anche loro, le donne, in silenzio,
quasi in punta di piedi, per non disturbare,
loro che hanno fatto grande il paese.
Se ne vanno e hanno mani grandi e asciutte
che abbracciano ombre.

Se ne vanno anche gli ultimi, quelli che sono vissuti
senza grida né strappi, se ne vanno a capo chino,
quasi offesi di tanto silenzio,
loro che hanno sempre lavorato senza mai chiedere,
se ne vanno che è quasi sera e il mondo respira
sotto una luna grande e impassibile mentre le ginestre
aspettano ancora di sbocciare.

Se ne vanno in lunghe litanie di dolori, a mani nude,
quelle mani che tornano come carezze,
quelle mani nude, rugose, su cui respira ancora la fatica
per farsi grandi. Se ne vanno, anime bianche,
seguite dai loro angeli, piano, mano nella mano,
i padri, le madri e tutti, se ne vanno
e niente è più come prima.

E questa notte in cielo ci sarà sempre quella grande luna
a guardarci respirando nelle lacrime azzurre
il sole che tornerà domani.

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