martedì 21 aprile 2020

Gianni Rodari serviva più a me


 
Bambini, imparate a fare cose difficili

E’ difficile fare le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi che si credono liberi.
                                               G. Rodari


In questi giorni mi sento esausta da tutto quello che ora posso vivere solo virtualmente: il mio smart working, la scuola streaming dei figli, le chiacchierate via whatsapp con le amiche, i discorsi su you-tube. Sento il bisogno della scuola vera, del confronto occhi a occhi con le mie colleghe, degli abbracci delle mie sorelle, di sentire parole buone direttamente nel cuore, senza cuffiette. Poi è arrivato lui: Rodari. Per il lavoro devo costruire un elaborato sul grande maestro dell’imprevisto e della fantasia, perché quest’anno è il suo anniversario. Una bambina della mia scuola in un video ha detto per sbaglio: “C’è il coronavirus, non possiamo stare in casa: dobbiamo tutti uscire!”. Da questo suo meraviglioso errore sono partita per scrivere una storia per i mie bambini di scuola. Mia figlia ha disegnato le immagini. Con le mie colleghe ci siamo raccontate le “Favole al telefono”. Insomma, la mia giornata è cambiata decisamente di tono e allora ho pensato che Rodari serviva più a me che ai mie bambini. Loro sanno già fare cose difficili, come sorridere ogni giorni, stare per tanto tempo a testa in giù e non aver paura degli errori.