Gianni Rodari serviva più a me
Bambini, imparate a fare cose difficili
E’ difficile fare le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi che si credono liberi.
G. Rodari
In questi giorni mi sento esausta da tutto quello che ora posso vivere solo virtualmente: il mio smart
working, la scuola streaming dei figli, le chiacchierate via whatsapp con le amiche,
i discorsi su you-tube. Sento il bisogno della scuola vera, del confronto occhi a occhi con le
mie colleghe, degli abbracci delle mie sorelle, di sentire parole buone direttamente nel cuore, senza cuffiette. Poi è arrivato lui:
Rodari. Per il lavoro devo costruire un elaborato sul grande maestro
dell’imprevisto e della fantasia, perché quest’anno è il suo
anniversario. Una bambina della mia
scuola in un video ha detto per sbaglio: “C’è il coronavirus, non possiamo
stare in casa: dobbiamo tutti uscire!”. Da questo suo meraviglioso errore sono
partita per scrivere una storia per i mie bambini di scuola. Mia figlia ha
disegnato le immagini. Con le mie colleghe ci siamo raccontate le “Favole al
telefono”. Insomma, la mia giornata è cambiata decisamente di tono e allora ho
pensato che Rodari serviva più a me che ai mie bambini. Loro sanno già fare
cose difficili, come sorridere ogni giorni, stare per tanto tempo a testa in
giù e non aver paura degli errori.
1 commento:
Grazie Paola!
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