domenica 8 settembre 2019

Il libro di poesie di Emanuele Aloisi

Una poesia che plasma l’anima


Poesia di mare e terra, di carne e anima, di sangue e acqua quella di Emanuele Aloisi nel libro Il mare dell'anima, Gnasso editore,2019.
Gli opposti si conciliano in una danza frenetica dove il ritmo a volte ti culla, altre volte ti conduce all’inciampo.
Sugli sportelli, vivide/ rimangono le impronte della ruggine.
Giorno dopo giorno, non cessa di scalfirle la salsedine/ con l’olio del turchese a condimento/(mentre s’irradia l’alba/ la sera si dipana)
Sonora è la poesia del Nostro, come sonora è la voce della sua terra, terra rossa del contadino, verde come i pascoli del pastore, terra che protesta con chi ne dimentica la bellezza.
Siete scappati, o siamo altrove/ il grido del riflesso ci dimentica/sopito nel sepolcro di uno specchio.
Ho ritrovato il mare dell'anima del poeta, anima ribelle ma bisognosa di conferme, anima che anela alla libertà di essere: dovrei innamorarmi della libertà di non avere spalle… e si scontra con la ricerca costante delle radici migliori da cui ha avvertito lo strappo. 
Ora che è qui, il mio mare.Il sole…/ora che è qui il mio vento/e lo cercavo – non me l’hai mai detto -/nel grembo di parole alla deriva.
Hai preferito attendermi/per ritrovarmi naufrago…
Anima a metà tra la sedentaria ambizione del contadino e lo spirito errante del pastore che vorrebbe un gregge più erudito e affiatato, in nome del bene comune.
L'anima di Aloisi è evidente a chi va oltre la ricerca stilistica e si fa trasportare invece dalla sonorità del suo dire, perché non è monocorde la sua voce, oscilla tra il forte e il piano, tra invettiva e sussurro in un crescendo di afflato lirico 
Non mi capacito potessi farlo,
potessimo, tuoi figli, dimenticare il lutto…
Aloisi nei suoi componimenti allarga lo sguardo ai conflitti, alle vittime della ‘ndrangheta, alla storia remota e contemporanea, ma raggiunge vette altissime quando si denuda, quando emerge l’uomo, spesso figlio, a volte sposo, a volte padre.
Avrei voluto stringerti forte…ai nodi sordi delle mie parole flebili
per dare voce all’eco,/ il peso tra le braccia di un’assenza…
e ancora Le rughe sulla fronte, e nella mente i calli/ non bastano a contare, e sulle dita/ discriminare l’unghie.
In controluce e sempre presente è la sostanza del suo dire: l’amore per le parole e la lingua italiana Perché hanno un dono le parole/: le mani arcane di un poeta/ nella poesia che plasma l’anima.

Claudia Piccinno

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