lunedì 13 agosto 2018

Sfuggiti alla violenza, lontani dalla luna

Amanullah Ahmadzai: Lontani dalla luna –Dall’Afghanistan all’Italia, FaraEditore 2018

recensione di Vincenzo D’Alessio



Prima di iniziare la condivisione del diario di viaggio compiuto da Amanullah dall’Afghanistan all’Italia vorrei ricordare a me stesso i versi intramontabili dello scrittore Primo LEVI che aprono il resoconto del suo vissuto nei campi di sterminio nazisti: “Voi che vivete sicuri / Nelle vostre tiepide case, / Voi che trovate tornando a sera / il cibo caldo e visi amici: / Considerate se questo è un uomo.”

Terzo classificato al Concorso Nazionale Narrapoetando 2018, bandito dalla stessa Casa Editrice, il volumetto Lontani dalla luna di Amanullah Ahmadzai invita ognuno di noi a considerare l’incertezza del viaggio e i suoi molteplici aspetti.
Incontrare persone buone, uomini violenti, assassini e la sfida che Madre Natura mostra nel volto peggiore: madre matrigna.
Non è un racconto ma un diario del viaggio iniziato in Afghanistan per raggiungere l’Italia: meta dei racconti di altri giusti sfuggiti alla violenza delle guerre religiose, tribali e razziali.
La luna, assunto come simbolo nazionale in diverse nazioni dell’ Oriente, è divenuta la dea crudele che permette ai persecutori di spezzare la vita del viaggiatore in qualsiasi momento.
Ogni sorta di privazione accompagna il viaggio del giovane Amanullah, minorenne, di suo fratello e di tutti gli altri che non hanno raggiunto, come è stato per lui, la terra della nuova vita.
Uccidere i viaggiatori indesiderati: nessuna umanità riconosciuta in questi esseri notturni che si aggirano affannati sulle pendici dei monti, nelle stalle degli animali domestici, nelle case disabitate.
Che cosa desiderano, perché scappano, perché non restano a casa loro insieme ai propri famigliari come hanno fatto i loro antenati?
Il dolorosissimo diario di viaggio del Nostro ci presenta la risposta in quei passaggi dove l’esistenza non è più la vita ma semplicemente il gesto dell’altro che ha il potere di fare sopravvivere: “(…) Solo le guide conoscono i sentieri per arrivare. Questa montagna può essere attraversata solo in un preciso periodo del mese e dell’anno, non deve esserci la luna perché la sua luce rivela la presenza degli uomini sul confine, rendendoli facile bersaglio per i fucili. Si cammina sempre lontani dalla luna” (pag. 18).
Chi ha sofferto o ha visto scomparire un proprio famigliare a causa delle terribili malattie che questo tempo impone agli esseri umani, può comprendere appieno l’analogia di quel labile confine tra la vita e la morte, la libertà e la sofferenza, la luce solare e il buio dell’oscurità, descritto da Amanullah con l’aiuto del suo educatore Luca Finocchiaro.

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