venerdì 13 aprile 2018

Saggio di MILICA JEFTIMIJEVIĆ LILIĆ sulla poesia di Ljubinko Jelić







 ANGOSCIA SPIRITUALE


Il poeta canta la profonda esigenza di divulgare il proprio essere, le
proprie verità, il dramma profondo che vive dentro di sé. Canta
liberamente, come se gemiti di fatti misteriosi lo spingano a elevarsi
sempre più verso alti livelli spirituali per arrivare a comprendere là, fino ai
limiti dellignoto. Per questa ragione le creazioni di questo poeta sono
naturali, spontanee e fertili. Creano una pura essenza, dato che poeti di tal
sorta difficilmente prendono in mano la penna per scrivere qualcosa. La
loro resta sempre unaccorata richiesta daiuto frutto di unansia
insopportabile, che già da tempo si è cristallizzata nel pensiero puro con
significato universale. Come una verità comune e applicabile a tutti.
Senza alcun dubbio Ljubinko Jelić è un poeta lirico allo stato puro,
che possiede un innato senso delle proporzioni e della forma sempre in
armonia con il contenuto. Come sempre i suoi versi sono molto brevi,
misurati in un soffio di fiato, o un po più lunghi, per mostrarci che anche
lui riesce a sviluppare unidea, aggirando limpressione iniziale.
Era originario delle zone dove nacquero i Nastasijević e molti altri
scrittori o lirici serbi, come Čedomir Mirković, quasi che il clima di quella
terra feconda e mistica gli avesse donato una forza particolare. La
perseveranza è sempre stata peculiare per la gente nata da quelle parti.
Una dote capace di rendere forte un uomo. Una dote necessaria per
sopravvivere attraverso i secoli ai tumulti della storia serba. Una dote
innata anche in questo poeta. Associata alla spiritualità che lo conduce
verso la conoscenza del proprio essere e dellessenza della sua stessa
lingua.
Nel libro Legato all’amore sono riunite le poesie del libro
Edificazione e miraggi e Respirare in due. Noi abbiamo posto laccento sui
versi raggruppando quelli che si occupano del linguaggio, del principio
della creazione e dellamore.
Se invece diamo unocchiata alla complessa biografia di Ljubinko
Jelić, nel corso della sua vita turbolenta risaltano i risultati ottenuti nella
ricerca della perfezione, trasformando la poesia nella sua vera professione.
Appare perciò evidente che per lui la poesia divenne un rifugio per lo
spirito, dopo che la sua vita, per ragioni pragmatiche, si era avvicinata alle
sfere letterarie. Il suo era lo spirito di un uomo inquieto e che variava dalle
origini fino alleternità, attraverso una ricerca continua dei risultati
maturati con lesperienza. La sua poesia presenta un personale diario in
“collegamento diretto” con le esigenze dello spirito, ma anche con la
razionalità in tutti i suoi limiti. Mentre la sua anima, sempre più desta
seppur in un perpetuo tremolio, provava a trovare l’unico sfogo possibile
nelle forme del linguaggio con cui carpiva i brividi dellenergia spirituale
trasformandoli in bellezza formale, simile a quella scintillante del quarzo.
Originata dal perpetuo infrangersi delle onde sulla materia, nel fondo degli
eventi drammatici nelle profondità del mare.
Un processo simile si può notare nella poesia di Ljubinko Jelić, ove i
suoi versi diventano testimoni del confronto tra il corpo e lo spirito, tra la
realtà e il misticismo della sua anima che anela allinconquistabile e
allindicibile. Sconosciute e miracolose rivelazioni della verità dellessere e
del mondo. Fino alla propria verità, che nasce dalle testimonianze e dalle
mutazioni personali.

Sulle sofisticate caratteristiche della poesia di Ljubinko Jelić furono
scritte diverse recensioni da noti poeti serbi. Radomir Andrić, Srba
Ignjatović, Dušan Stojković, Miljurko Vukadinović e molto altri, rilevarono
innanzitutto il suo lirismo e le sue qualità metafisiche (Milica J.Lilić),
leconomia di espressione e le sue innegabili conquiste estetiche.
Numerose delle sue poesie suggeriscono una perpetua ricerca degli
auspici divini come guida e verità delle catene esistenti, di corporalità e
coazione passando attraverso il ciclo del tempo mortale. Cosciente che,
nonostante la capacità creativa, lui riesca a dare solo le testimonianze
dellincanto, della felicità e delle sofferenze incarnate nelluomo. Da esse
però si può plasmare qualcosa di unico e adatto ai desideri dei singoli. In
tal senso lui parla senza equivoci delle illuminazioni e delle tristezze che
scaturiscono dalla brevità della vita delluomo, che già prevede la fine
dellesistenza. E che comunque molto spesso finisce per gettarsi in un
torrente di sfogo, con la sua insaziabile sete deternità e dinfinito.
ARMATURA ARROTOLATA
I muratori sarrampicano nel sonno, prima dellalba
Sull armatura arrotolata e inventano
domande e risposte ché
La vita avara non regali alla fine
un po di gioia, e da dove così troppo
Sospesi in aria vogliono il cielo e la terra
Per acconsentire, dopo il sacrificio continuo e la morte
Come se questa relazione fosse necessaria per la felicità
Mai raggiunta lì dove gira
Lattimo buono nel suo disprezzo.
Metafore forti, dai “muratori” alle “armature arrotolate”,
testimoniano il travaglio spirituale che alberga profondamente in un
animo da sempre teso verso limmateriale, per realizzare la visione
“materializzata” di edifici altissimi in grado di mettere in contatto il cielo e
la terra e non importa quanto nella vita reale tutto ciò possa risultare
possibile. Lo spirito trabocca nel canto, lunico legame tra il sogno e la
realtà, tra lultraterreno e lopera delluomo sulla terra.
Nel campo visivo che nella prima infanzia lo aveva visto anelare alla
conoscenza come una briciola sotto le stelle irraggiungibili, finisce per
attrarre coloro che sono, in un certo qual modo, illuminati dal centro del
suo essere e desiderano stabilire un contatto con il sublime e letereo.
Questa bellezza cosmica che pulsa nelle persone sensibili, spinge le stesse a
rianimare, approfondire e riempire i concetti con il proprio sangue. I canti
di Ljubinko Jelić sono il riflesso di quel bisogno primordiale dilluminare la
propria essenza, che intuitivamente fu rivelata durante linfanzia:
Annidato nella paglia
Sto cercando dinfilare
Le stelle nel mio
piccolo pallottoliere
Arrivo a dieci
e poi di nuovo
mentre lintera
volta stellata
scorre sotto
le mie palpebre
Le situazioni concrete della vita, dove le stelle appaiono come parte
di un gioco reale e la concretizzazione di una sensoriale esperienza,
sono riconoscimenti del contatto cosmico con i fatti del proprio essere, che
in un attimo solo furono esteriorizzate per riunirsi alla luce delle stelle

come la personificazione del Logo e dellastrattezza. E una volta illuminato
dallinterno, è stato solo avviato alla maturazione. Poiché, come afferma
Schopenhauer: “Ogni uomo considera i limiti della propria visione come
confini del mondo”.
Ljubinko Jelić è stato in grado di spostare questi limiti verso le
profondità e le altezze. Le profondità lo attiravano, mentre dalle armature sotto il cielo misura la forma delle costruzioni dove impegna la propria energia, ricordandosi così della primaria resistenza umana a raggiungere ilsurreale facendo riferimento a Nastasijević, quando mostra in che modo la poesia diventa l incarnazione surrealistica. Scalando sempre più verso il
cielo, questo instancabile costruttore in modo sempre più consapevole
intuisce i limiti delluomo e nei suoi scritti riesce a esaltarsi e ad
avvicinarsi al divino. Per questo fu necessario il sacrificio di donarsi
senza sconti, rinchiudendo sé stesso nel mosaico delleternità, come nel
canto:
Ma in tutto questo
Una cosa è sicura: con costanza
costruisco limmaginario
con le parole, mai affidate
senza paura
e una fiamma tremolante
sulla lingua,
per un povero vagabondo
che in una notte di vento
sogni di riscaldare le sue dita congelate.
Sogno o realtà: i due antipodi che il poeta menziona sono pilastri
portanti, sono due rive incompatibili che collega nel canto, sono i due poli
del suo essere che è progettato in modo creativo e destinato a unire questi
estremi in sé attraverso il linguaggio. A strutturare il mistero della lingua
in un canto misterioso del suo essere. E in effetti il poeta sottolinea una
verità, una lingua, affidata a tutti, ma sconosciuta in quella forma che di
solito si da a un canto. Un tale progetto di pensieri sostenuti dal
linguaggio è un miracolo irripetibile, creato da sé e salvato nella “scatola”
come uno dei volti degli artisti che sono qui solo per manifestare
con piacere tanto spontaneo quanto istintivo, perché Logo è dato ad ogni
individuo come parte dei misteri divini per comprenderle secondo le
proprie capacità e per testimoniare, attraverso la “santificazione della
luce”, che è il titolo di una delle poesie di Jelić in cui si articola questo
progetto. E per la maggior parte delle sue poesie si può dire che siano state
scritte con intenzioni referenziali, con semi di senso poetico, come per
esempio in questo canto:
SULL’ORLO DELLA LINGUA
Invece di parlare adesso
sarebbe meglio
cancellare la mia memoria e
ammassare mattoni
su mattoni sullorlo
della lingua incantata
dallaspetto delledificio
immaginato molto tempo fa,
sotto le ali
dellAngelo custode
Anche se il significato letterale di alcune parole in questa canzone
può ingannare nella denominazione di alcuni termini concreti, per esempio “edificio, in quanto il poeta è un costruttore che ha eretto numerosi edifici,
è chiaro che in questo caso abbiamo una metonimia che si riferisce alla
costruzione spirituale - la poesia, e poi indicando le sue origini, il divino,

“perché era molto tempo fa immaginata sotto le ali dellangelo
custode”...Cosi, il poeta ricorda che il privilegio di cullare una
“costruzione” di questo tipo proviene dalle sfere superiori e porta colui che
aveva avuto accesso a essere incantato dalla lingua. Il linguaggio è nato
per pronunciare, sostenere e approvare lamore:
IL VOLTO DELL’ANGELO
Ovunque guardi, non importa
la nebbia crescente, vedo
il volto dellangelo e fonti gorgoglianti,
dalle labbra peccaminose ancora intatti,
nonostante la sete della tentazione
ovunque guardi, vedo la scia di tutti
gli amori e senza fermarmi vado
verso il mio sogno mai compiuto...

 
Il sogno per inarrivabile (il volto dellangelo), e le nuove forme di sè
stesso (nebbia crescente – coscienza della suafinitudine), la lingua
(fonti gorgoglianti) e il nuovo volto dellamore come
una rinnovazione eterna del proprio essere ( le scia dei tutti amori) si
sono trovati in una unità armonizzata del canto, come un brano della sua
nuova ed eterna giovinezza, valori estetici permanenti riassunti in un
poema.
Non importa in che misura il poeta aveva affrontato lineffabile e lha
tematizzato, è certo che lamore verso la creazione apre le ali per poter
raggiungere gli spazi tenebrosi che albergano nelluomo, quel vuoto che
conosce ogni essere pensante, prova a cercare luscita in azione, creazione o
lamore come una forza illuminante, lunica capace di aprire quel varco e
annunciarlo trasformato in unestasi damore. Di trasformarlo in “letto


dadorazione“ dove si risana e che trasforma lo spirito nel tempo
condensato, cioè la poesia che dura, quindi esiste anche nellessere del
poeta. Attraverso lo scritto pulsa anche la sua energia incavata in edifici in
cui le persone vivono, soffrono e si amano come avviene nei suoi canti,
come una costruzione spirituale creata in più di una decina di libri che
testimoniano lunità dellamore verso la bellezza e i poteri costruttivi
delluomo. Nella poesia di Ljubinko Jelić cresciuta sulla sintesi di abilità
spirituale costruttiva e letteraria, vive apertamente la verità dellenergia di una creatura umana, ambiziosa e fertile che non si è sprecata nelle cose
transitorie e insignificanti. La passione con cui esisteva e creava laveva
presentata con simboli e metafore molto originali, e nella loro nascosta
potenza in un incontro con i lettori di lingue diverse rimane la capacità del
poeta di resuscitare gli ideali, i suoi pensieri, le sofferenze e la sua
illuminazione, mostrando che la creatività è la vittoria più bella, che resta
sempre al di là della caducità e lassurdità.
 MILICA JEFTIMIJEVIĆ LILIĆ

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