Le campagne hanno bocche raccolta di poesie di Andrea Biondi vince il concorso Faraexcelsior 2017
In Libri, Notizie Locali
23 febbraio 2018
Leggendo le poesie di Andrea Biondi, ci si sente proiettati in un tempo passato in cui la natura rupestre invade l’animo umano con la sua irruenza, la sua potenza nostalgica e seduce come una donna dalla femminilità spiccata, che avvolge nelle sue braccia l’uomo e lo fa danzare. Così i rami e le foglie degli alberi danzano in un turbinio di emozioni evocando anime e fantasmi passati, fino ad incendiarsi nei ricordi.
La campagna è vita, è fuoco e incendia, è donna e ammalia, è morte e uccide, ma è anche gioia del focolare, quiete che calma, malinconia che ricorda.
La sensazione che rimane dopo aver letto le poesie è la potenza che esercita la natura, sull’uomo.
Tutto è riconducibile ad essa, la vita e anche la morte. Nelle campagne il sangue ribolle e diventa lussurioso. Cerca la donna per esservi placato e la paragona a un tabernacolo, e, i suoi capezzoli alle fragole di maggio da mordicchiare.
È l’orgasmo dei sensi e dei desideri, che fa sì che si stendano le carni di bestie al sole ad asciugare, per mangiarle in un dì di festa.
Andrea Biondi, con queste poesie, esalta la forza e la durezza dei paesaggi e della vita rupestre. Se si chiudono gli occhi, e ci si abbandona, la condivisione dell’ammirazione nostalgica con l’autore, diventa totale.
La Sacralità degli atti si mescola all’impudenza dei desideri, la contaminazione con la religione cattolica è lampante in questa opera prima di Andrea Biondi.
L’autore è stato, infatti, docente di religione cattolica dapprima nella scuola pubblica, poi nella diocesi di Macerata. (Carla D’Aronzo)
Tutto è riconducibile ad essa, la vita e anche la morte. Nelle campagne il sangue ribolle e diventa lussurioso. Cerca la donna per esservi placato e la paragona a un tabernacolo, e, i suoi capezzoli alle fragole di maggio da mordicchiare.
È l’orgasmo dei sensi e dei desideri, che fa sì che si stendano le carni di bestie al sole ad asciugare, per mangiarle in un dì di festa.
Andrea Biondi, con queste poesie, esalta la forza e la durezza dei paesaggi e della vita rupestre. Se si chiudono gli occhi, e ci si abbandona, la condivisione dell’ammirazione nostalgica con l’autore, diventa totale.
La Sacralità degli atti si mescola all’impudenza dei desideri, la contaminazione con la religione cattolica è lampante in questa opera prima di Andrea Biondi.
L’autore è stato, infatti, docente di religione cattolica dapprima nella scuola pubblica, poi nella diocesi di Macerata. (Carla D’Aronzo)
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