A chi segue la mia scrittura e da ultimo la mia ultima pubblicazione in ordine di tempo, Circostanze certe, amerà come me, leggere la “corposa” e delicata motivazione contenuta nella segnalazione della giuria del premio letterario Scriviamo insieme giunto alla sua settima edizione.
Ancora una volta la giuria di questo bel premio romano mi ha onorata con una segnalazione speciale per la raccolta edita di poesia edita e con un secondo posto assoluto nella raccolta di poesie inedite. Sono andata alla premiazione sabato scorso, in uno palazzo unico di via Panisperna. Mi sembrava il minimo che potessi fare dopo anni che questa giuria, esattamente dal 2010 (primo premio assoluto con Dulcamara per la raccolta edita) mi onora con piazzamenti di prestigio. E da allora non sono più andata ma questa volta l’ho fatto. Sarà dura trovare la foto di me nella premiazione perché i partecipanti sono stati tanti come i premiati. E questo la dice lunga del premio e della sua crescita in questi anni.
Oggi sono uscite le motivazioni e la mia sorpresa ancora è stata leggerle. Sempre precise e sentite.
Grazie a Vittorio Scatizza, presidente dell’associazione culturale Scriviamo insieme, a tutti i Giurati, al mio editore Alessandro Ramberti che cura e aggiorna la pagina a me dedicata del suo sito e a tutti coloro che insistono nel leggere la mia scrittura poetica.
Colomba
L’opera poetica Circostanze certe di Colomba Di Pasquale si articola armonicamente in tre sezioni: “del ricordare”, “dell’indagare”, “dell’abitare”. E “il ricordo” ha il sapore e il tempo del viaggio, del treno che marcia tra squarci di prati fioriti, acque nebbiose e venti che “spazzano via ricordi e illusioni”. Ma lo sguardo dell’autrice si allarga al di là dei confini della sua terra e sconfina oltre quel mare che accoglie portatori di memorie, giovani migranti alla ricerca di nuovi mondi, protagonisti di storie di ciascuno e di tutti, frammenti di immagini che ci abitano e ci attraversano. La sua attenzione si sofferma su una triste vicenda ormai di cronaca quotidiana che narra, in pochi toccanti versi, la fine di un giovane migrante che si tuffa “ nelle fresche acque e perde la vita… perché non sapeva nuotare”. La seconda sezione sul tema “dell’indagare” sembra mettere in luce le categorie del vivere, dove le certezze si intrecciano e si fondono con “i limiti”, quasi echeggiano le une negli altri e rendono emblematico ogni interrogativo “perché sì, si può volare, si può sognare, ma poi c’è sempre da atterrare”… Così che “indagando” si scoprono nuove numerose connessioni che fanno emergere una gamma di analogie e di dimensioni esistenziali ampie ed autentiche. Ed è “indagando” e leggendo che “scopri parole che raccontano mondi”, e le parole veicolano e fanno affiorare pensieri, frammenti di vissuti, di speranze… Le parole danno forma alle cose, narrano i nostri giorni aggiungendo profondità, contesto, significato alle nostre azioni. Infine “dell’abitare”, dove l’idea di casa è molteplice e riflette i desideri di ognuno: rifugio, culla, “cerco una casa che a sera mi abbracci”. Ma, a volte, le pareti sono gabbie che impediscono il volo, muri capaci di modificare le percezioni nel profondo, d’insinuare la luce dove c’era l’ombra, ma anche di portare l’ombra fin nel pieno della luce. “Abitare” è anche vivere le nostre città, le strade e le pensiline dei bus che brulicano di viaggiatori, di parole e… di segreti. I versi della poetessa raccontano la quotidianità del vivere, le speranze e le attese, i sogni… Le parole scorrono fluide e disegnano quadretti di vita, frammenti di luoghi, di ricordi, di smarrimenti… con una chiarezza stilistica ed una musicalità che esaltano e sottolineano le tematiche care all’autrice.
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