Massimiliano Bardotti, Il Dio che ho incontrato, Nerbini, Firenze, 2016
recensione di Subhaga Gaetano Failla
recensione di Subhaga Gaetano Failla
La nuova
raccolta poetica di Massimiliano Bardotti, dal titolo Il Dio che ho incontrato, pubblicata in bella veste grafica dalla
storica casa editrice Nerbini nell’ottobre del 2016, con una presentazione di
Carlo Lapucci, coinvolge il lettore come in un abbraccio sin dalla prima
poesia:
Ricordo gli
occhi
(mia madre
che coglie ciliegie)
il sole alle
spalle.
Ricordo
l’eco delle stelle
l’armonia
della pace.
Ricordo
amore, quanto era necessario.
Era un
giardino.
Dio era di
casa.
Per chi come
me conosce le opere precedenti di Massimiliano Bardotti, noterà immediatamente
in questo libro una luminosità e una pacificazione che sorprende, quasi nella
suggestione d’un moderno Cantico delle
Creature. Il fulgore di questi versi levigati e lievi ci conduce in un
itinerario di gratitudine e gioia. L’incanto e la contemplazione attraversano
tutte le pagine, in un soffio estatico:
Il Dio che ho
incontrato ha tre anni
i suoi occhi
son canti
(la sua voce
un richiamo).
Se ride,
l’universo ride.
Ha un tesoro
nel’incavo
del cuore.
Senza
timori, lo custodisce
ne ha cura.
Come di lui
hanno cura i parenti
le ghiandole
del cielo.
Spesso le
poesie presentate sono brevissime, squarci della potenza essenziale d’un haiku,
dell’energia vibrante d’un Whitman:
Scelgo il
sasso, la pietra
millenaria
esistenza.
La pazienza.
Gli occhi
limpidi di rinnovato fanciullo sono spalancati a riflettere la struggente bellezza
del Creato:
Il Dio che
ho incontrato è il cerbiatto
che irrompe
per via
è la cerva
che sbuca improvvisa
il cenno
d’intesa del tasso.
Il coniglio
selvatico che salta qua e là.
I versi del
Poeta sono immersi nel mistero ciclico d’un eterno ritorno, nella sospensione
silente d’essere egli stesso, il Poeta, parte d’un istante immobile incastonato
nel Tempo:
E mi hai
detto: guarda.
Indicavi la
foto di mia nonna.
Guarda la
sua fronte hai detto,
è la tua
fronte, tua nonna
e i suoi
occhi fiammeggianti
che
accendono la dimora
dove ora
riposa.
E come tutti
i veri poeti, Massimiliano Bardotti riconosce la poesia ovunque:
Il Dio che
ho incontrato è poesia
il Dio che
ho incontrato è il poeta.
Ho in mano
adesso questo libro necessario, come ad accogliere tra le dita un fragile
fiore. Vorrei che la bellezza d’ogni suo petalo giungesse fino a voi.
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