Dopo una sera così,
dei quattro passi verso
casa
ciascuno avrà la sua
sembianza,
un tempo preciso nella
successione.
La gioia lascia traccia
sulla strada, cerca una
forma.
Ai piedi del palazzo che
svetta
qualcuno benedica le mie
stanze,
lassù, ad altre mille
insieme
nell’aria di un’altezza
che appartiene solo al
cielo.
Adesso salirò.
Ho provviste per la vita
intera.
***
LA
PAZIENZA DEL LAGO
La
superficie del lago
s’increspa
per la caduta improvvisa di un sasso.
Nei
cerchi perfetti dell’acqua
un
fiore s’incarna,
ha
la trasparenza del cristallo
e
la voce minuta dell’aria.
Anni
d’attesa per un fiore così,
anni
di grigio pesante sopra ogni lago sperduto.
Ma
solo nostra è la noia.
Insieme
al bosco e alle nuvole
anche
il più piccolo stagno
tesse
una vita sotterranea di scambi
e
placido sente la direzione delle cose.
***
Qualcosa si mise tra noi,
nessuno sa se fossero i
cieli
o la paralisi della smania
che un tempo ci avvicinava.
Leggo il tuo nome nella
colonna dei campanelli:
la forma delle sillabe
somiglia all’eterno.
Si
stacca dalla parete, fa vedere la tua casa
dove
il tempo gira al passo dei bambini.
S’inclina
il pavimento a ricevere
la
completezza dei giorni nuovi.
Altrove
sono le nostre stanze,
ferme
allo stesso inverno,
un
albero di pietra sotto il cielo immobile.
Annalisa Ciampalini
(inediti)
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