venerdì 23 giugno 2017

“I CARE”

di Adeodato Piazza Nicolai


 

A KITE

a kite

that rummages

in the clouds
with the birds,
competing

in perpendicular flights


in the swirlings
of contrary winds

following only

the blowing of dreams

solidly tied to a thread

full of knots, yet

never losing

the road back home


©2017 American translation by Adeodato of the poem UN AQUILONE, by Angela Caccia. All Rights Reserved



UN’ALTRA DONZELLA

Nei borghi dell’egocentrismo
gorgheggiano mitografi retro-
grafanti, astrattisti biforcuti e/o
depistanti; concetti deboli,
scorie psicoderivate deteriorate
dal lirismo barocco/ballocco che
non sa roccare il rock-and-roll ma
solo un lento, disperso nel tempo.
Forse farà bene all’intestino
coltivare solo il tuo giardino,
origliare un’Ora et Labora
nell’ora della morte del cigno.
La poesia non nasce dallo specchio
e neanche da una botte sgangherata:
Forma e Sostanza sposati
con l’eleganza sono la danza
che mai separa la musica
dalla donzella che balla
senza inciampare
o predicare retorica falsa …

©2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 22 giugno, ore 13:25



DARWINISMO

1.

Sopravvive il meglio adattato…?

Il radar del pipistrello vigila meglio

dell’occhio umano? L’uomo adatta

i radar per far volare aerei di pace

e di guerra: chi sarebbe il meglio
adattato per madre natura? Decide
il meglio adattato oppure il più

fortunato maledetto prediletto?


2.

Quello che hanno inventato le stenelle

(piccoli delfini frequenti nelle acque

tropicali e temperate di tutto il mondo)

è un gioco di squadra con tanto di regole

e di precisi rituali: una trentina di individuali
nuotano allineati fianco a fianco. Poi di colpo
si suddividono in due squadre che, ferme

a una decina di metri l’una dall’altra e sempre

mantenendo il medesimo ordine, si fronteggiano

in una formazione veramente speculare…

Una delle due squadre si mette in moto, emettendo

una grande quantità di vocalizzazioni, e si

precipita a disturbare l’altra squadra, perché

lo scopo è di scompigliare l’ordinata formazione

per fare sì che la squadra attaccante affronti

gli avversari prendendoli di lato e compiendo

ogni tipo di evoluzioni… Dopo alcuni tentativi

la squadra attaccante riesce a disorganizzare

quella che gioca in difesa. E con ciò, verrebbe

da dire, ha vinto la partita. L’esercizio si ripete

più volte, sempre con una squadra all’attacco

e una in difesa… E che si tratti di un gioco non
c’è dubbio, considerato il rapporto amichevole
fra gli individui… Come se i piccoli delfini,

giocando quel gioco, mettessero a punto le azioni

che poi efficacemente useranno contro gli squali.

L’unicità sta proprio qui. Di animali che si
organizzano a scopo aggressivo ce ne sono
infatti altri, ma le stenelle, e solo loro, hanno
inventato l’allenamento, che poi sarebbe
un gioco. Un gioco di squadra. … Grande è
il fascino di questa scoperta, perché è assodato
che certi nostri sport di gruppo, come il calcio
e il rugby, s’originarono proprio in Inghiltgerra,
come esercizi per combattimento. [1]


3.

Lupi, cervi e altre bestie lottano per essere
capo branco, l’animale dominante come fa
l’uomo alfa per diventare capo dello stato,
condottiere, generale con poteri di guerra
e di pace. Papa Francesco fa il mediatore tra
bene/male? ricchi/poveri? educati/analfabeti?
Cosa contano il Vangelo, il Corano e altri libri
sacri in questo mondo profano e menefreghista
dove Dio è morto/sepolto da troppo tempo?
Prevale il dio denaro, fratello del capitalismo
dello speudo-socialismo, dell’autolesionismo
e del misero altruismo relegato in cantina.
Umani, che gioco fatale stiamo praticando?


©2017, Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 21 giugno , ore 6:019

NOTA [1]—Vedi Danilo Mainardi, Nella mente degli animali, Volume 2. © 2017 Danilo Mainardi, © 2017 RCS MediaGroup S.p.A., Milano, pagina 157 e 159.




VOYAGE A REBOURS

Prego la memoria di ritornare indietro.

La prima confessione: l’ho baciata

per l’unica volta; l’avevo spiata

seguita, desiderata poi scoppia il lampo.

Soltanto una volta per tutta la vita,

ricordo infinito. Ha condizionato

il resto del viaggio. A diciotto anni

il primo cedimento: tentato suicidio.

La vita svuotata di qualsiasi significato,

nessun sacramento mi tiene a galla.

Tutto sembra finito ma non è

arrivata l’ultima ora, il tramonto.

Giorni infiniti nel manicomio

in compagnia di tanti sfollati/stellati

dalla follia. Elettro-terapie portavano

via le memorie più recenti.

Sordimenti. Alienazione. Maledizioni.

Nessun alimento faceva sperare, solo

lo scorrere del tempo, feroce. Arrivò

l’altro amore, inatteso: pian piano

divento un ragno che ritesse la tela.

Mi sposo, due figli, altre tre ricadute

(la mia via della croce). La diagnosi finale:

bipolarimo totale che non mi assolve

dai peccati. Lei mi tradisce. Spaesato,

ritorno a casa, nella mia solita tana.

Cerco la liana che mi crossi nell’altro

universo converso. Ritorno in Cadore

dove sono nato. Riscopro l’amore onesto,

fedele. Quante memorie a rebours.

Vivo il presente, poetizzo passato e

futuro. Per il resto verrà mi come vorrà…


©2017 Adeodato Piazza Nicolai

Vigo di Cdore, 20 giugno 2017, ore 8:10 a. m.



STAGIONI-RHIZOMI

La terza primavera

proietta sullo sfondo

delle quattro stagioni

l’ultimo autunno

programmato dal fato.

 

Rhizomi prosciugati
della linfa essenziale

accartocciano foglie;

cade la pioggia d’ottobre

e spinge il vento,
annunciano novembre
e poi il dicembre

della vita. Radici storte

sepolte sotto la terra,

ghiacciata, bara del

tempo transizionale

e non fatale, finale, sfinito…

Vivrà infinita tutta le vita.

©2017 Adeodato Piazza Nicolai

Vigo di Cadore, 21 giugno, ore 1:05 a. m.



SOLITUDINE AMICA MIA

Solitudine non è restare solo

per ascoltare la canzone di jazz

preferita; alle note nella tua testa,

o ascoltare le ombre sotto il tuo letto.

Non è pensare come la vita potrebbe

scappare una di queste giornate,

cosa potrebbe accadere dopo che

se n’è andata. Non è neanche la tua

cara compagna che dice arrivederci

dopo che la passione è sbiadita.

Amore e solitudine dovrebbero

passeggiare mano in mano attraverso

le foreste ascoltando come canta

l’uccello del mattino, cogliere una viola

inzuppata di rugiada. Forse saremo

io e te sotto la volta del cielo

che balliamo un lento verso il grosso

sasso la cui base non riusciamo a sfiorare.

Ci invita sempre più vicini finché

le dita dei piedi toccano la sponda

che ci richiama ancora di nuovo:

venite per imparare come volare…

©2017 Traduzione italiana della poesia di A. P. Nicolai titolata LONELINESS MY FRIEND. Diritti Riservati dall’Autore..




EL DIABLO


Avone bisuoi del diau

par savé come vive

la vita? El diablo

demonio belzebub

diau baubau lucifero

quante nome

‘nventade

par capì

la fortha

del maligno,

l malor

de la morte

che copa

l fuogo de la vita.

L baobab l’é anche

n’albero gigante

de l’Africa: mistero

de la vita che bate

la maledithion

de la morte

del corpo

e mai chela

de l’anema.

È l’anatema del

tenpo mortal

de cuanche

avon magnou

l pomo

te l’orto
de l’Eden:
mito de la vita

che canbia

par nasse

senpre de nuou

cuanche rua

la primavera.

©2017 Adeodato Piazza Nicolai

Vigo di Cadore, 14 giugno 2017, ore 4:00




QUINTA DOMENICA DI PASQUA


«Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore»

ma Tommaso disse a Gesù: «Signore, non sappiamo

dove vai; come possiamo conoscere la via?

Gesù disse: «Io sono la via, la verità e la vita.

Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

Io conosco soltanto una dimora sulla terra.

Ho sbagliato la via così tante volte; mi sono

smarrito, son ritornato sulle mie tracce

per trovarmi di nuovo all’inizio della strada

sbagliata, errante, vagabondo nel Sahara.

La luce del sole acciecante mi depistava oltre

la sabbia, miraggi di pozzi d’acqua inesistenti,

oasi abbandonate da uomini e animali. La dimora

terrestre era un inganno, le vie piastrellate di

pellegrini affamati di pane e di sostanza divina.


Cammina, cammina, ascolta il Dio della Luce,

della Via che porta oltre il Calvario, fino alla Fine.

In Lui non ci sono confini, soltanto la Pace.

Dulcis in fundo esistono solo la Via, la Verità e

la Vita infinita. E Filippo chiese a Gesù: «Signore,

mostraci il Padre e ci basta». Gesù gli rispose:

«Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai

conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto

il Padre. … Non credi che io sono nel Padre

e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non

le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane

in me, compie le sue opere. Credete in me:

io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro
credetelo per le opere stesse». O mio Signoree mio Dio, io credo, non dubito ciò che non
vedo. La fede illumina ogni istante del mio

cammino però sono fragile, umano; tentenno

e barcollo. «Il tuo amore, Signore, sia su di me,
su di noi». In Te io spero, noi tutti speriamo…

Copyright 2017 Adeodato Piazza Nicolai,

Vigo di Cadore, 14 maggio 2017, ore 15:20



DON MILANI: “I CARE”


Prete scomodo alla chiesa cattolica,

spedito in esilio per punizione

in una piccola parrocchia dimenticata

dal resto del mondo. Li aprì

una scuola per poveri contadini.


Andava contro la “buona scuola” fascista:

pattriotismo sfasato, propaganda

bugiarda. Camicie nere verso camicie

rosse, partigiane. Il puro Vangelo

diventa Verbo per Don Milani. Sei

i suoi primi studenti, il primo, chiamato

Agostino, ricorda la tenacia, l’umiltà

del prete in esilio. “Avete capito?”

chiedeva, “Se non avete capito

lo ripetiamo di nuovo;” insegnamenti

non-didattici ma condivisione esemplare.

Oggi Papa Francesco ha visitato la tomba

del prete esiliato, scomodo e ribelle,

chiamandolo “un vero profeta; la chiesa

ha bisogno di simili preti onesti e coraggiosi.”

Sono la luce e la saggezza nel buio quotidiano.


©2017 Adeodato Piazza Nicolai

Vigo di Cadore, 20 giugno, ore 13:40

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