di Adeodato Piazza Nicolai
A KITE
a kite
that rummages
in the clouds with the birds,
competing
in perpendicular flights
in the swirlings
of contrary winds
following only
the blowing of dreams
solidly tied to a thread
full of knots, yet
never losing
the road back home
©2017 American translation by Adeodato of the poem UN AQUILONE, by Angela Caccia. All Rights Reserved
UN’ALTRA DONZELLA
Nei borghi dell’egocentrismo
gorgheggiano mitografi retro-
grafanti, astrattisti biforcuti e/o
depistanti; concetti deboli,
scorie psicoderivate deteriorate
dal lirismo barocco/ballocco che
non sa roccare il rock-and-roll ma
solo un lento, disperso nel tempo.
Forse farà bene all’intestino
coltivare solo il tuo giardino,
origliare un’Ora et Labora
nell’ora della morte del cigno.
La poesia non nasce dallo specchio
e neanche da una botte sgangherata:
Forma e Sostanza sposati
con l’eleganza sono la danza
che mai separa la musica
dalla donzella che balla
senza inciampare
o predicare retorica falsa …
©2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 22 giugno, ore 13:25
DARWINISMO
1.
Sopravvive il meglio adattato…?
Il radar del pipistrello vigila meglio
dell’occhio umano? L’uomo adatta
i radar per far volare aerei di pace
e di guerra: chi sarebbe il meglio adattato per madre natura? Decide
il meglio adattato oppure il più
fortunato maledetto prediletto?
2.
Quello che hanno inventato le stenelle
(piccoli delfini frequenti nelle acque
tropicali e temperate di tutto il mondo)
è un gioco di squadra con tanto di regole
e di precisi rituali: una trentina di individuali nuotano allineati fianco a fianco. Poi di colpo
si suddividono in due squadre che, ferme
a una decina di metri l’una dall’altra e sempre
mantenendo il medesimo ordine, si fronteggiano
in una formazione veramente speculare…
Una delle due squadre si mette in moto, emettendo
una grande quantità di vocalizzazioni, e si
precipita a disturbare l’altra squadra, perché
lo scopo è di scompigliare l’ordinata formazione
per fare sì che la squadra attaccante affronti
gli avversari prendendoli di lato e compiendo
ogni tipo di evoluzioni… Dopo alcuni tentativi
la squadra attaccante riesce a disorganizzare
quella che gioca in difesa. E con ciò, verrebbe
da dire, ha vinto la partita. L’esercizio si ripete
più volte, sempre con una squadra all’attacco
e una in difesa… E che si tratti di un gioco non c’è dubbio, considerato il rapporto amichevole
fra gli individui… Come se i piccoli delfini,
giocando quel gioco, mettessero a punto le azioni
che poi efficacemente useranno contro gli squali.
L’unicità sta proprio qui. Di animali che si
organizzano a scopo aggressivo ce ne sono
infatti altri, ma le stenelle, e solo loro, hanno
inventato l’allenamento, che poi sarebbe
un gioco. Un gioco di squadra. … Grande è
il fascino di questa scoperta, perché è assodato
che certi nostri sport di gruppo, come il calcio
e il rugby, s’originarono proprio in Inghiltgerra,
come esercizi per combattimento. [1]
3.
Lupi, cervi e altre bestie lottano per essere
capo branco, l’animale dominante come fa
l’uomo alfa per diventare capo dello stato,
condottiere, generale con poteri di guerra
e di pace. Papa Francesco fa il mediatore tra
bene/male? ricchi/poveri? educati/analfabeti?
Cosa contano il Vangelo, il Corano e altri libri
sacri in questo mondo profano e menefreghista
dove Dio è morto/sepolto da troppo tempo?
Prevale il dio denaro, fratello del capitalismo
dello speudo-socialismo, dell’autolesionismo
e del misero altruismo relegato in cantina.
Umani, che gioco fatale stiamo praticando?
©2017, Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 21 giugno , ore 6:019
NOTA [1]—Vedi Danilo Mainardi, Nella mente degli animali, Volume 2. © 2017 Danilo Mainardi, © 2017 RCS MediaGroup S.p.A., Milano, pagina 157 e 159.
VOYAGE A REBOURS
Prego la memoria di ritornare indietro.
La prima confessione: l’ho baciata
per l’unica volta; l’avevo spiata
seguita, desiderata poi scoppia il lampo.
Soltanto una volta per tutta la vita,
ricordo infinito. Ha condizionato
il resto del viaggio. A diciotto anni
il primo cedimento: tentato suicidio.
La vita svuotata di qualsiasi significato,
nessun sacramento mi tiene a galla.
Tutto sembra finito ma non è
arrivata l’ultima ora, il tramonto.
Giorni infiniti nel manicomio
in compagnia di tanti sfollati/stellati
dalla follia. Elettro-terapie portavano
via le memorie più recenti.
Sordimenti. Alienazione. Maledizioni.
Nessun alimento faceva sperare, solo
lo scorrere del tempo, feroce. Arrivò
l’altro amore, inatteso: pian piano
divento un ragno che ritesse la tela.
Mi sposo, due figli, altre tre ricadute
(la mia via della croce). La diagnosi finale:
bipolarimo totale che non mi assolve
dai peccati. Lei mi tradisce. Spaesato,
ritorno a casa, nella mia solita tana.
Cerco la liana che mi crossi nell’altro
universo converso. Ritorno in Cadore
dove sono nato. Riscopro l’amore onesto,
fedele. Quante memorie a rebours.
Vivo il presente, poetizzo passato e
futuro. Per il resto verrà mi come vorrà…
©2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cdore, 20 giugno 2017, ore 8:10 a. m.
STAGIONI-RHIZOMI
La terza primavera
proietta sullo sfondo
delle quattro stagioni
l’ultimo autunno
programmato dal fato.
Rhizomi prosciugati
della linfa essenziale
accartocciano foglie;
cade la pioggia d’ottobre
e spinge il vento, annunciano novembre
e poi il dicembre
della vita. Radici storte
sepolte sotto la terra,
ghiacciata, bara del
tempo transizionale
e non fatale, finale, sfinito…
Vivrà infinita tutta le vita.
©2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 21 giugno, ore 1:05 a. m.
SOLITUDINE AMICA MIA
Solitudine non è restare solo
per ascoltare la canzone di jazz
preferita; alle note nella tua testa,
o ascoltare le ombre sotto il tuo letto.
Non è pensare come la vita potrebbe
scappare una di queste giornate,
cosa potrebbe accadere dopo che
se n’è andata. Non è neanche la tua
cara compagna che dice arrivederci
dopo che la passione è sbiadita.
Amore e solitudine dovrebbero
passeggiare mano in mano attraverso
le foreste ascoltando come canta
l’uccello del mattino, cogliere una viola
inzuppata di rugiada. Forse saremo
io e te sotto la volta del cielo
che balliamo un lento verso il grosso
sasso la cui base non riusciamo a sfiorare.
Ci invita sempre più vicini finché
le dita dei piedi toccano la sponda
che ci richiama ancora di nuovo:
venite per imparare come volare…
©2017 Traduzione italiana della poesia di A. P. Nicolai titolata LONELINESS MY FRIEND. Diritti Riservati dall’Autore..
EL DIABLO
Avone bisuoi del diau
par savé come vive
la vita? El diablo
demonio belzebub
diau baubau lucifero
quante nome
‘nventade
par capì
la fortha
del maligno,
l malor
de la morte
che copa
l fuogo de la vita.
L baobab l’é anche
n’albero gigante
de l’Africa: mistero
de la vita che bate
la maledithion
de la morte
del corpo
e mai chela
de l’anema.
È l’anatema del
tenpo mortal
de cuanche
avon magnou
l pomo
te l’orto de l’Eden:
mito de la vita
che canbia
par nasse
senpre de nuou
cuanche rua
la primavera.
©2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 14 giugno 2017, ore 4:00
QUINTA DOMENICA DI PASQUA
«Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore»
ma Tommaso disse a Gesù: «Signore, non sappiamo
dove vai; come possiamo conoscere la via?
Gesù disse: «Io sono la via, la verità e la vita.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
Io conosco soltanto una dimora sulla terra.
Ho sbagliato la via così tante volte; mi sono
smarrito, son ritornato sulle mie tracce
per trovarmi di nuovo all’inizio della strada
sbagliata, errante, vagabondo nel Sahara.
La luce del sole acciecante mi depistava oltre
la sabbia, miraggi di pozzi d’acqua inesistenti,
oasi abbandonate da uomini e animali. La dimora
terrestre era un inganno, le vie piastrellate di
pellegrini affamati di pane e di sostanza divina.
Cammina, cammina, ascolta il Dio della Luce,
della Via che porta oltre il Calvario, fino alla Fine.
In Lui non ci sono confini, soltanto la Pace.
Dulcis in fundo esistono solo la Via, la Verità e
la Vita infinita. E Filippo chiese a Gesù: «Signore,
mostraci il Padre e ci basta». Gesù gli rispose:
«Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai
conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto
il Padre. … Non credi che io sono nel Padre
e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non
le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane
in me, compie le sue opere. Credete in me:
io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro credetelo per le opere stesse». O mio Signoree mio Dio, io credo, non dubito ciò che non
vedo. La fede illumina ogni istante del mio
cammino però sono fragile, umano; tentenno
e barcollo. «Il tuo amore, Signore, sia su di me,su di noi». In Te io spero, noi tutti speriamo…
Copyright 2017 Adeodato Piazza Nicolai,
Vigo di Cadore, 14 maggio 2017, ore 15:20
DON MILANI: “I CARE”
Prete scomodo alla chiesa cattolica,
spedito in esilio per punizione
in una piccola parrocchia dimenticata
dal resto del mondo. Li aprì
una scuola per poveri contadini.
Andava contro la “buona scuola” fascista:
pattriotismo sfasato, propaganda
bugiarda. Camicie nere verso camicie
rosse, partigiane. Il puro Vangelo
diventa Verbo per Don Milani. Sei
i suoi primi studenti, il primo, chiamato
Agostino, ricorda la tenacia, l’umiltà
del prete in esilio. “Avete capito?”
chiedeva, “Se non avete capito
lo ripetiamo di nuovo;” insegnamenti
non-didattici ma condivisione esemplare.
Oggi Papa Francesco ha visitato la tomba
del prete esiliato, scomodo e ribelle,
chiamandolo “un vero profeta; la chiesa
ha bisogno di simili preti onesti e coraggiosi.”
Sono la luce e la saggezza nel buio quotidiano.
©2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 20 giugno, ore 13:40
A KITE
a kite
that rummages
in the clouds with the birds,
competing
in perpendicular flights
in the swirlings
of contrary winds
following only
the blowing of dreams
solidly tied to a thread
full of knots, yet
never losing
the road back home
©2017 American translation by Adeodato of the poem UN AQUILONE, by Angela Caccia. All Rights Reserved
UN’ALTRA DONZELLA
Nei borghi dell’egocentrismo
gorgheggiano mitografi retro-
grafanti, astrattisti biforcuti e/o
depistanti; concetti deboli,
scorie psicoderivate deteriorate
dal lirismo barocco/ballocco che
non sa roccare il rock-and-roll ma
solo un lento, disperso nel tempo.
Forse farà bene all’intestino
coltivare solo il tuo giardino,
origliare un’Ora et Labora
nell’ora della morte del cigno.
La poesia non nasce dallo specchio
e neanche da una botte sgangherata:
Forma e Sostanza sposati
con l’eleganza sono la danza
che mai separa la musica
dalla donzella che balla
senza inciampare
o predicare retorica falsa …
©2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 22 giugno, ore 13:25
DARWINISMO
1.
Sopravvive il meglio adattato…?
Il radar del pipistrello vigila meglio
dell’occhio umano? L’uomo adatta
i radar per far volare aerei di pace
e di guerra: chi sarebbe il meglio adattato per madre natura? Decide
il meglio adattato oppure il più
fortunato maledetto prediletto?
2.
Quello che hanno inventato le stenelle
(piccoli delfini frequenti nelle acque
tropicali e temperate di tutto il mondo)
è un gioco di squadra con tanto di regole
e di precisi rituali: una trentina di individuali nuotano allineati fianco a fianco. Poi di colpo
si suddividono in due squadre che, ferme
a una decina di metri l’una dall’altra e sempre
mantenendo il medesimo ordine, si fronteggiano
in una formazione veramente speculare…
Una delle due squadre si mette in moto, emettendo
una grande quantità di vocalizzazioni, e si
precipita a disturbare l’altra squadra, perché
lo scopo è di scompigliare l’ordinata formazione
per fare sì che la squadra attaccante affronti
gli avversari prendendoli di lato e compiendo
ogni tipo di evoluzioni… Dopo alcuni tentativi
la squadra attaccante riesce a disorganizzare
quella che gioca in difesa. E con ciò, verrebbe
da dire, ha vinto la partita. L’esercizio si ripete
più volte, sempre con una squadra all’attacco
e una in difesa… E che si tratti di un gioco non c’è dubbio, considerato il rapporto amichevole
fra gli individui… Come se i piccoli delfini,
giocando quel gioco, mettessero a punto le azioni
che poi efficacemente useranno contro gli squali.
L’unicità sta proprio qui. Di animali che si
organizzano a scopo aggressivo ce ne sono
infatti altri, ma le stenelle, e solo loro, hanno
inventato l’allenamento, che poi sarebbe
un gioco. Un gioco di squadra. … Grande è
il fascino di questa scoperta, perché è assodato
che certi nostri sport di gruppo, come il calcio
e il rugby, s’originarono proprio in Inghiltgerra,
come esercizi per combattimento. [1]
3.
Lupi, cervi e altre bestie lottano per essere
capo branco, l’animale dominante come fa
l’uomo alfa per diventare capo dello stato,
condottiere, generale con poteri di guerra
e di pace. Papa Francesco fa il mediatore tra
bene/male? ricchi/poveri? educati/analfabeti?
Cosa contano il Vangelo, il Corano e altri libri
sacri in questo mondo profano e menefreghista
dove Dio è morto/sepolto da troppo tempo?
Prevale il dio denaro, fratello del capitalismo
dello speudo-socialismo, dell’autolesionismo
e del misero altruismo relegato in cantina.
Umani, che gioco fatale stiamo praticando?
©2017, Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 21 giugno , ore 6:019
NOTA [1]—Vedi Danilo Mainardi, Nella mente degli animali, Volume 2. © 2017 Danilo Mainardi, © 2017 RCS MediaGroup S.p.A., Milano, pagina 157 e 159.
VOYAGE A REBOURS
Prego la memoria di ritornare indietro.
La prima confessione: l’ho baciata
per l’unica volta; l’avevo spiata
seguita, desiderata poi scoppia il lampo.
Soltanto una volta per tutta la vita,
ricordo infinito. Ha condizionato
il resto del viaggio. A diciotto anni
il primo cedimento: tentato suicidio.
La vita svuotata di qualsiasi significato,
nessun sacramento mi tiene a galla.
Tutto sembra finito ma non è
arrivata l’ultima ora, il tramonto.
Giorni infiniti nel manicomio
in compagnia di tanti sfollati/stellati
dalla follia. Elettro-terapie portavano
via le memorie più recenti.
Sordimenti. Alienazione. Maledizioni.
Nessun alimento faceva sperare, solo
lo scorrere del tempo, feroce. Arrivò
l’altro amore, inatteso: pian piano
divento un ragno che ritesse la tela.
Mi sposo, due figli, altre tre ricadute
(la mia via della croce). La diagnosi finale:
bipolarimo totale che non mi assolve
dai peccati. Lei mi tradisce. Spaesato,
ritorno a casa, nella mia solita tana.
Cerco la liana che mi crossi nell’altro
universo converso. Ritorno in Cadore
dove sono nato. Riscopro l’amore onesto,
fedele. Quante memorie a rebours.
Vivo il presente, poetizzo passato e
futuro. Per il resto verrà mi come vorrà…
©2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cdore, 20 giugno 2017, ore 8:10 a. m.
STAGIONI-RHIZOMI
La terza primavera
proietta sullo sfondo
delle quattro stagioni
l’ultimo autunno
programmato dal fato.
Rhizomi prosciugati
della linfa essenziale
accartocciano foglie;
cade la pioggia d’ottobre
e spinge il vento, annunciano novembre
e poi il dicembre
della vita. Radici storte
sepolte sotto la terra,
ghiacciata, bara del
tempo transizionale
e non fatale, finale, sfinito…
Vivrà infinita tutta le vita.
©2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 21 giugno, ore 1:05 a. m.
SOLITUDINE AMICA MIA
Solitudine non è restare solo
per ascoltare la canzone di jazz
preferita; alle note nella tua testa,
o ascoltare le ombre sotto il tuo letto.
Non è pensare come la vita potrebbe
scappare una di queste giornate,
cosa potrebbe accadere dopo che
se n’è andata. Non è neanche la tua
cara compagna che dice arrivederci
dopo che la passione è sbiadita.
Amore e solitudine dovrebbero
passeggiare mano in mano attraverso
le foreste ascoltando come canta
l’uccello del mattino, cogliere una viola
inzuppata di rugiada. Forse saremo
io e te sotto la volta del cielo
che balliamo un lento verso il grosso
sasso la cui base non riusciamo a sfiorare.
Ci invita sempre più vicini finché
le dita dei piedi toccano la sponda
che ci richiama ancora di nuovo:
venite per imparare come volare…
©2017 Traduzione italiana della poesia di A. P. Nicolai titolata LONELINESS MY FRIEND. Diritti Riservati dall’Autore..
EL DIABLO
Avone bisuoi del diau
par savé come vive
la vita? El diablo
demonio belzebub
diau baubau lucifero
quante nome
‘nventade
par capì
la fortha
del maligno,
l malor
de la morte
che copa
l fuogo de la vita.
L baobab l’é anche
n’albero gigante
de l’Africa: mistero
de la vita che bate
la maledithion
de la morte
del corpo
e mai chela
de l’anema.
È l’anatema del
tenpo mortal
de cuanche
avon magnou
l pomo
te l’orto de l’Eden:
mito de la vita
che canbia
par nasse
senpre de nuou
cuanche rua
la primavera.
©2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 14 giugno 2017, ore 4:00
QUINTA DOMENICA DI PASQUA
«Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore»
ma Tommaso disse a Gesù: «Signore, non sappiamo
dove vai; come possiamo conoscere la via?
Gesù disse: «Io sono la via, la verità e la vita.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
Io conosco soltanto una dimora sulla terra.
Ho sbagliato la via così tante volte; mi sono
smarrito, son ritornato sulle mie tracce
per trovarmi di nuovo all’inizio della strada
sbagliata, errante, vagabondo nel Sahara.
La luce del sole acciecante mi depistava oltre
la sabbia, miraggi di pozzi d’acqua inesistenti,
oasi abbandonate da uomini e animali. La dimora
terrestre era un inganno, le vie piastrellate di
pellegrini affamati di pane e di sostanza divina.
Cammina, cammina, ascolta il Dio della Luce,
della Via che porta oltre il Calvario, fino alla Fine.
In Lui non ci sono confini, soltanto la Pace.
Dulcis in fundo esistono solo la Via, la Verità e
la Vita infinita. E Filippo chiese a Gesù: «Signore,
mostraci il Padre e ci basta». Gesù gli rispose:
«Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai
conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto
il Padre. … Non credi che io sono nel Padre
e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non
le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane
in me, compie le sue opere. Credete in me:
io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro credetelo per le opere stesse». O mio Signoree mio Dio, io credo, non dubito ciò che non
vedo. La fede illumina ogni istante del mio
cammino però sono fragile, umano; tentenno
e barcollo. «Il tuo amore, Signore, sia su di me,su di noi». In Te io spero, noi tutti speriamo…
Copyright 2017 Adeodato Piazza Nicolai,
Vigo di Cadore, 14 maggio 2017, ore 15:20
DON MILANI: “I CARE”
Prete scomodo alla chiesa cattolica,
spedito in esilio per punizione
in una piccola parrocchia dimenticata
dal resto del mondo. Li aprì
una scuola per poveri contadini.
Andava contro la “buona scuola” fascista:
pattriotismo sfasato, propaganda
bugiarda. Camicie nere verso camicie
rosse, partigiane. Il puro Vangelo
diventa Verbo per Don Milani. Sei
i suoi primi studenti, il primo, chiamato
Agostino, ricorda la tenacia, l’umiltà
del prete in esilio. “Avete capito?”
chiedeva, “Se non avete capito
lo ripetiamo di nuovo;” insegnamenti
non-didattici ma condivisione esemplare.
Oggi Papa Francesco ha visitato la tomba
del prete esiliato, scomodo e ribelle,
chiamandolo “un vero profeta; la chiesa
ha bisogno di simili preti onesti e coraggiosi.”
Sono la luce e la saggezza nel buio quotidiano.
©2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 20 giugno, ore 13:40
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