recensione di Liliana Ugolini
Un lungo filo d’attesa è il tuo canto che s’inoltra nelle cose, le sfiora e si solleva per vedere lontano. È intriso dell’amore che ci dimostri con piccoli gesti che ti fanno presente. Sei una persona speciale che, attraverso la poesia racconta il suo mondo interiore e ce lo dona per alleggerire con la bellezza questo decadente quotidiano. Eppure tu denunci i mali terribili di questa nostra epoca con passione e veggenza e l’amore che è partecipazione sofferta imbeve le pagine di questa “rosa rossa” che sanguina e macchia le tue domande senza risposta. Forse la risposta non è nell’umanità ma nella possibilità di riceverla nel grande amplesso con l’invisibile. Così ha senso la solitudine e l’osservazione della natura e l’ascolto della musica, grande linfa vitale. Non manca la danza per sconfiggere la tua sete d’amore e tutte le arti che aiutano a vivere con equilibrio il giorno/giorno del tuo quasi-diario. Approdare poi alla memoria della madre, dell’infanzia, di altri credi e speranze per ritrovare punti fermi da cui ripartire, in comunione familiare è una ricchezza che fa più densa la tua scrittura.
Grazie infinite di questo dono di lettura e dell’oggetto-libro come sempre ben curato dall’Editore. È un prezioso tuo pegno d’affetto che terrò caro come ho caro il pensiero di te. Ti abbraccio e ti apprezzo. Un bacio.
PS Bella la tua foto a fine libro che ti rende bella di dentro e di fuori come sei.
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