sabato 26 novembre 2016

Il profumo della vita

Vincenzo D’Alessio & G.C. F.Guarini 

http://farapoesia.blogspot.it/2013/08/la-speranza-della-vita-in-maria-luisa.html
Cinquant’anni fa nasceva in Irpinia la poeta Maria Luisa RIPA, scomparsa a trentasei anni. L’amore per i colori della vita è presente oggi, in mezzo a noi, nella raccolta di poesie e acquerelli Parole dal silenzio (Delta 3, Edizioni 2003).

Il profumo della sua giovinezza ci giunge intatto nei versi delle composizioni poetiche: “Quanta Musica / In questo silenzio / Note lievi / Di tedio e di noia / e di respiri brevi. / Ascolto / Sento un sorriso / Sulla pelle / Una carezza / Ad occhi chiusi / E mani conserte / Aspetto un nonnulla / …un soffio / un bisbiglio / tra le foglie degli alberi / dentro il mio sentire. / Attendo la pace / come una coperta / Attendo altra musica” (pag. 8).

La musica nel silenzio è la ricerca delle note che Madre Natura scrive sul pentagramma del “tedio e della noia”, nei momenti in cui lascia comprendere la brevità del respiro, il distacco dalle ore terrene. La corsa che ognuno di noi compie nella gara con il Tempo ha un fine. La partita a scacchi con la Morte ha lo stesso vincitore.

La grandezza della Poesia è la sua eternità nel creato: incontra gli occhi dei lettori, le orecchie degli ascoltatori, l’immensità del respiro. Ad occhi chiusi le vertigini dell’esistenza scompaiono. Scompare il corpo con le sue esigenze e la seconda pelle, quella dell’anima, si riveste della coperta del “nonnulla”, accetta il soffio, il bisbiglio tra le foglie degli alberi, il suono dell’Immenso.

Non muore il nome del poeta in nome della “parola” che ha seminato nel campo della Poesia. Le note lievi si elevano dal silenzio della fine, baciano le labbra del lettore che beve alla fontana dell’eterna giovinezza.
Maria Luisa RIPA ha vissuto intensamente la sua giovinezza: come artista ha costruito luoghi di aggregazione per le popolazioni della sua terra piegate dal sisma del 23 novembre 1980. Ha colorato di disegni possenti il desiderio di esaltare la Natura che nel copro dell’uomo ha racchiuso i paradigmi della Creazione.

La sua energia creativa si è incontrata con DIO, realizzando il meraviglioso tabernacolo nella Chiesa Madre di Guardia dei Lombardi (AV). La Nostra non si è fermata che pochi attimi per sognare la maternità e la gioia del matrimonio.

Una sosta breve, un modesto dono a sé stessa e al suo coniuge.

Poi la richiesta che la Grande Madre fa a tutte le folgori cadute sulla terra a portare luce e calore in mezzo agli umani: “… e Dio ci tende la mano / ci soffia la speranza nel cuore / finché il corpo si assopisce / e lo spirito emerge / oltre la vita…” (pag. 82).

Quando apriremo il libro dei versi, donatoci da Maria Luisa, tocchiamo con delicatezza le pagine che lo compongono, non è retorica!, lasciano sulle dita il profumo cogente della Vita.

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