mercoledì 2 marzo 2016

Aylan


 di Massimo Parolini

RESIDUO 1


Si chiamava… Non ha più nome 
 













cancella anche quello
nel vomito del mare
l’occidente baumaniano
nelle sue liquidità…
Rimane, ma per poco, una nuova
icona pop, virale in poche
ore, sui social coi “mi piace”…
Ei fu… Siccome immobile
la spoglia immemore
la terra attonita
al video sta…
Here lies one
whose name was
writ in water*
Dormi, Aylan
con Galip e tua madre Rihan...
non dare ascolto,
allegro bimbo curdo
di Kobane, su quella spiaggia
a tutti i senza terra che
neanche il mare sa accettare…
un dio, impietosito,
ti avrebbe mutato in corpo astrale:
oggi, invece, ti rendiamo – virtualmente – speciale…


All’ombra del verde melograno
fra un pianto antico ed un “i like” nuovo
rispuntano i fiori del dolore,
corolle oscure di un atro fondo
che nessun dio vuol più spiegare,
che nessun mondo dietro al mondo
potrà con un guizzo
giallo illuminare…


 * Iscrizione funebre di John Keats.


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