venerdì 17 luglio 2015

Lettera/critica di Filippo Amadei su Orme intangibili





Ciao Alessandro,


nella mail che ti avevo inviato avevo riportato quelli che a me erano parsi versi molto belli. Ora però, riprendendo in mano il tuo libro, provo a scriverti qualcosa di più strutturato perché ne sento il bisogno. Perdonami da subito per le mie brevi riflessioni, ma sono davvero impressioni molto sincere.

Questo tuo libro è innanzitutto un libro complesso e denso. Denso di significati complementari che si sposano come i colori dell'arcobaleno.Un libro sapienziale quasi, dove ragioni e ti interroghi continuamente sui grandi temi esistenziali e assoluti (l'anima, il tu altro dall'io e in verità uguale, la vita – in molte accezioni – la morte, il loro indissolubile legame). Riprendi e percorri diverse filosofie/fedi per farlo: dalla cristiana a quella orientale (non a caso gli ideogrammi)… sembra che tu chieda loro in prestito una chiave di lettura. Insomma una trama fitta di senso che nasconde un cuore segreto e che ad una prima analisi si può solo intravedere. Sono necessarie diverse letture, a più livelli per “districare” (passami il termine) i versi, quasi che il mistero sia dietro di essi e non in essi, capirne l'intreccio, entrare nel cuore. E questo perché i concetti espressi appartengono non alla realtà, ma al senso profondo che sottende la realtà, un senso da “percepire” più che da vedere, un senso “metafisico” più che fisico. E forse le Orme intangibili (le orme sempre conducono ad un punto di arrivo in cui si fermano) sono proprio i tuoi versi, eterei ma forti, i versi del tuo libro, così profondamente leggero, che vanno a costruire un sentiero di riflessione sull'essere e sul vivere, un sentiero da “sentire” con il tatto dei piedi, più che da vedere, un sentiero da percorrere col cuore prima di tutto. Ma in fondo la vera poesia è quella che prima arriva alle emozioni, ci scuote e non sappiamo il perché… e poi entra col suo significato nella mente, in quanto l'essere umano deve e vuole pur sempre capire la magia, comprenderla, spiegarla… ma ce la fa davvero?
E in questa accezione che cosa è la poesia se non una grande magia, una grande orma intangibile, capace di aprire mondi immensi nelle lievità di un foglio di carta?

Alcuni dei versi per me molto belli che mi hanno in particolare colpito:

È attraverso il sentimento e l'incontro
che ci riconosciamo: il tu diventa
presenza indispensabile al soggetto
all'unità profonda dello scontro


*
attenta a dove andiamo: anche gli errori
ci posizionano;


Congedo a pag. 59 è bellissima.


Spero di avere centrato almeno uno dei temi e delle riflessioni che hai voluto esprimere con questa tua bella opera.
Dovrò leggerla altre volte. Grazie ancora per la condivisione e scusa per le mie poche e inesatte parole.
Un abbraccio.

Filippo



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