Oltre il margine
€ 10,00 pp. 64 (Il filo dei versi 6)
ISBN 978 97441 64 9
Opera vincitrice del concorso Faraexcelsior 2015
Poesie così aderenti alla realtà che sanno proiettarla e trasfigurarla fino a presentarcela con tutte le sue vibrazioni e chiaroscuri in immagini avvolgenti, sensuali e musicali sempre “dirette” da una chirurgica ed empatica intelligenza del cuore.
Fra il termosifone e la lavastoviglie secerne il cartone del latte /
la sua tristezza d’ippopotamo. (p. 16)
… meglio pensare /
che i fonemi guariscano le cesure /
possano sempre suturarsi (p. 18)
Spero nel fuoco fermo
delle pupille – in questo laccio di parole. (p. 25)
La linea più breve fra due punti
è la linea indifferente. (p. 38)
Mi chiedo – ogni volta che ne vedo
una – come facciano a tenersi insieme
le libellule – come funzionino (p. 50)
quanta bellezza si può sopportare
prima che le costole cedano?
È per questo che le poesie parlano sempre
d’altro: sono traiettorie evitate. (p. 55)
Sergio Pasquandrea è nato a San Severo (FG) nel 1975. Dai primi anni Novanta vive a Perugia, dove insegna Lettere in un liceo e collabora come ricercatore con l’Università. Ha pubblicato la sillogeApprossimazioni (Pietre Vive/ iCentoLillo 2014) e due plaquette: Topografia della solitudine (Fara 2010) e Parole agli assenti (Smasher 2011). Di prossima uscita, il volume Un posto per la buona stagione (Smasher). Suoi testi sono apparsi in riviste («Scuola di poesia» de «Lo specchio», a cura di Maurizio Cucchi; «Gradiva»), su blog letterari (Via delle Belle Donne, Carte sensibili, Poetarum Silva, La dimora del tempo sospeso, Words Social Forum) e in varie antologie. Svolge attività di giornalista e critico musicale per il bimestrale Jazzit e per i blog Nazione Indiana, La poesia e lo spirito e Jazz nel pomeriggio. Ha pubblicato nel 2014 il libro di racconti Volevo essere Bill Evans. Storie di jazz (Fara) e nel 2015 il volumeBreve storia del pianoforte jazz. Un racconto in bianco e in nero (Arcana Editrice). Gestisce inoltre due blog: Ruminazioni e Gusci di noce.
Poesie così aderenti alla realtà che sanno proiettarla e trasfigurarla fino a presentarcela con tutte le sue vibrazioni e chiaroscuri in immagini avvolgenti, sensuali e musicali sempre “dirette” da una chirurgica ed empatica intelligenza del cuore.
Fra il termosifone e la lavastoviglie secerne il cartone del latte /
la sua tristezza d’ippopotamo. (p. 16)
… meglio pensare /
che i fonemi guariscano le cesure /
possano sempre suturarsi (p. 18)
Spero nel fuoco fermo
delle pupille – in questo laccio di parole. (p. 25)
La linea più breve fra due punti
è la linea indifferente. (p. 38)
Mi chiedo – ogni volta che ne vedo
una – come facciano a tenersi insieme
le libellule – come funzionino (p. 50)
quanta bellezza si può sopportare
prima che le costole cedano?
È per questo che le poesie parlano sempre
d’altro: sono traiettorie evitate. (p. 55)
Sergio Pasquandrea è nato a San Severo (FG) nel 1975. Dai primi anni Novanta vive a Perugia, dove insegna Lettere in un liceo e collabora come ricercatore con l’Università. Ha pubblicato la sillogeApprossimazioni (Pietre Vive/ iCentoLillo 2014) e due plaquette: Topografia della solitudine (Fara 2010) e Parole agli assenti (Smasher 2011). Di prossima uscita, il volume Un posto per la buona stagione (Smasher). Suoi testi sono apparsi in riviste («Scuola di poesia» de «Lo specchio», a cura di Maurizio Cucchi; «Gradiva»), su blog letterari (Via delle Belle Donne, Carte sensibili, Poetarum Silva, La dimora del tempo sospeso, Words Social Forum) e in varie antologie. Svolge attività di giornalista e critico musicale per il bimestrale Jazzit e per i blog Nazione Indiana, La poesia e lo spirito e Jazz nel pomeriggio. Ha pubblicato nel 2014 il libro di racconti Volevo essere Bill Evans. Storie di jazz (Fara) e nel 2015 il volumeBreve storia del pianoforte jazz. Un racconto in bianco e in nero (Arcana Editrice). Gestisce inoltre due blog: Ruminazioni e Gusci di noce.
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