Monterotondo, 2015
a cura di Carla De Angelis e Antonio Trimarco
recensione di Vincenzo D'Alessio
Eccomi seduto nella sala grande della Biblioteca di Corviale, intitolata a “Renato Nicolini”: architetto, poeta, drammaturgo e politico scomparso nel 2012 a Roma, ad ascoltare le migliaia di voci che provengono dagli scaffali pieni dei libri, del sorriso di Carla De Angelis che conosco per le sue raccolte poetiche e per i riconoscimenti alla sua poesia ricevuti in Irpinia, la mia microregione. Accanto a lei c’è Antonio Trimarco il Direttore della Biblioteca, mi donano una piccola Antologia dal titolo Corviale cerca poeti, pubblicata nel gennaio di quest’anno.
La sfoglio e ascolto le voci dei poeti che sono convenuti in questo magico luogo della capitale d’Italia, questa periferia non periferia, capace di accoglierli, sostanziare, diffondere la lingua dell’anima; sono: Dario Amadei, Anna Appolloni, Marco Belocchi, Enzo Berardi, Piergiorgio Bertani, Stefano Bianchi, Franca Bonaiuti, Alessio Brandolini, Maurizio Carletti, Chiara Elia, Narda Fattori, Riccardo Fiorani, Antonietta Gnerre, Giovanna Iorio, Giuseppe Jovine, Michela Maggiani, Chiara Mutti, Massimo Pacetti, Guido Passini, Alessandro Ramberti, Ursula Schawecker, Alfredo Tagliavia e Michela Zanarella. Di questi alcuni conosco le opere per la loro partecipazione al Premio Nazionale Biennale di Poesia “Città di Solofra” nelle diverse edizioni.
L’immensa energia che Carla De Angelis ha profuso in questo progetto è visibile nel testo nella variegata presenza della poesia contemporanea, nei riflessi che ha lasciato negli intervenuti e nei profili degli Autori che incedono nelle pagine che aprono l’Antologia. Tra questi mi vengono incontro nel silenzio dell’aula prima dell’adunanza i versi di Guido Passini: romagnolo, malato di fibrosi cistica da anni (ci ha purtroppo lasciato il 25 marzo 2015), fondatore del Premio Nazionale di Poesia Come farfalle diventeremo immensità, coordinatore del davideeguidoinsiemefctrust.it, collaboratore della Casa Editrice Fara di Rimini fondata da Alessandro Ramberti.
Accade sovente che la Morte consacri all’eternità il nome dei poeti che durante la loro esistenza hanno stentato ogni passo nella Vita: è il caso di Passini. La sua poetica mossa dalla consapevolezza della brevità della permanenza nel nostro mondo, dal continuo dolore nel sopportare le violenti cadute alle quali la malattia lo sottoponeva, ha cercato la gioia in quel volo breve che le sue ali di farfalla bellissima gli hanno consentito: “Sarò bambino e vivrò / accanto ai sogni più belli / (…) / Volerò / afferrando un aquilone di carta. / (…) / Sarò bambino! / Mi arrampicherò / su di un albero per respirare l’aria buona / pensando all’arrivo di una giostra / che gira e gira…/ ” (Sarò bambino, pag. 67) .
La dimensione dell’innocenza nasce in ogni uomo e pochi riescono a trattenerla e alimentarla: i poeti! La sofferenza della salita sull’albero, come Cristo sulla Croce, per esalare l’ultimo vero respiro e rientrare nel Mistero della Natura: Madre benigna o maligna, i secoli ne daranno conto.
La giostra degli uomini “gira, gira…” nel vortice della quotidianità presa dall’energia dell’avere, del piegarsi al volere dei potenti, del togliere agli altri pur di possedere per sé e per chi è accanto. Ma per i malati, che ogni giorno guardano dai cristalli dei grattacieli dove vengono riparati dall’abbandono degli umani per essere accompagnati verso una fine decorosa , la giostra con i cavalli di legno, le luci colorate, la musica gioiosa di sottofondo nel girotondo, sono una liberazione favolosa.
L’Antologia di Corviale consegna Guido Passini e gli altri poeti agli occhi dei lettori e alla memoria degli ascoltatori.
Intanto nella sala avverto le voci degli invitati all’incontro di quest’oggi e mi seggo per ascoltare insieme a loro.
La sfoglio e ascolto le voci dei poeti che sono convenuti in questo magico luogo della capitale d’Italia, questa periferia non periferia, capace di accoglierli, sostanziare, diffondere la lingua dell’anima; sono: Dario Amadei, Anna Appolloni, Marco Belocchi, Enzo Berardi, Piergiorgio Bertani, Stefano Bianchi, Franca Bonaiuti, Alessio Brandolini, Maurizio Carletti, Chiara Elia, Narda Fattori, Riccardo Fiorani, Antonietta Gnerre, Giovanna Iorio, Giuseppe Jovine, Michela Maggiani, Chiara Mutti, Massimo Pacetti, Guido Passini, Alessandro Ramberti, Ursula Schawecker, Alfredo Tagliavia e Michela Zanarella. Di questi alcuni conosco le opere per la loro partecipazione al Premio Nazionale Biennale di Poesia “Città di Solofra” nelle diverse edizioni.
L’immensa energia che Carla De Angelis ha profuso in questo progetto è visibile nel testo nella variegata presenza della poesia contemporanea, nei riflessi che ha lasciato negli intervenuti e nei profili degli Autori che incedono nelle pagine che aprono l’Antologia. Tra questi mi vengono incontro nel silenzio dell’aula prima dell’adunanza i versi di Guido Passini: romagnolo, malato di fibrosi cistica da anni (ci ha purtroppo lasciato il 25 marzo 2015), fondatore del Premio Nazionale di Poesia Come farfalle diventeremo immensità, coordinatore del davideeguidoinsiemefctrust.it, collaboratore della Casa Editrice Fara di Rimini fondata da Alessandro Ramberti.
Accade sovente che la Morte consacri all’eternità il nome dei poeti che durante la loro esistenza hanno stentato ogni passo nella Vita: è il caso di Passini. La sua poetica mossa dalla consapevolezza della brevità della permanenza nel nostro mondo, dal continuo dolore nel sopportare le violenti cadute alle quali la malattia lo sottoponeva, ha cercato la gioia in quel volo breve che le sue ali di farfalla bellissima gli hanno consentito: “Sarò bambino e vivrò / accanto ai sogni più belli / (…) / Volerò / afferrando un aquilone di carta. / (…) / Sarò bambino! / Mi arrampicherò / su di un albero per respirare l’aria buona / pensando all’arrivo di una giostra / che gira e gira…/ ” (Sarò bambino, pag. 67) .
La dimensione dell’innocenza nasce in ogni uomo e pochi riescono a trattenerla e alimentarla: i poeti! La sofferenza della salita sull’albero, come Cristo sulla Croce, per esalare l’ultimo vero respiro e rientrare nel Mistero della Natura: Madre benigna o maligna, i secoli ne daranno conto.
La giostra degli uomini “gira, gira…” nel vortice della quotidianità presa dall’energia dell’avere, del piegarsi al volere dei potenti, del togliere agli altri pur di possedere per sé e per chi è accanto. Ma per i malati, che ogni giorno guardano dai cristalli dei grattacieli dove vengono riparati dall’abbandono degli umani per essere accompagnati verso una fine decorosa , la giostra con i cavalli di legno, le luci colorate, la musica gioiosa di sottofondo nel girotondo, sono una liberazione favolosa.
L’Antologia di Corviale consegna Guido Passini e gli altri poeti agli occhi dei lettori e alla memoria degli ascoltatori.
Intanto nella sala avverto le voci degli invitati all’incontro di quest’oggi e mi seggo per ascoltare insieme a loro.
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