*Presentazione di Stelle a Merzò di Adele Desideri (Moretti&Vitali 2013), Salone OFF PineroloPoesia, Associazione Yowras. Intervento critico di Beppe Mariano. Salone dei Cavalieri, Viale Giolitti, Pinerolo, Venerdì 15 maggio, ore 16.30.
*Articolo di Giorgio Luzzi su Beppe Mariano, Il seme di un pensiero (Poesie 1964-2011), (Aragno, 2012), ne L'Immaginazione, gennaio-febbraio 2015, pag.58 e 59, Manni, Lecce
*Recensione di Francesco Napoli a Stelle a Merzò di Adele Desideri (Moretti&Vitali 2013) in Poesia, Mensile internazionale di cultura poetica, anno XXVIII, aprile 2015, n. 303. Qui sotto.
Adele
Desideri, Stelle a Merzò, Moretti & Vitali, 76 pp., 12 euro, 2013
Non so dire
quanto sia consueto parlare di bellezza per un libro, ma Stelle a Merzò
di Adele Desideri risponde a quella categoria del Bello che è ormai per lo più
consegnata al gossip nella sua versione glamour. E perfino il cosiddetto inno
alla bellezza di Peppino Impastato - “bisognerebbe aiutare la gente a
riconoscere la Bellezza, a difenderla. È importante la Bellezza, da quella
scende giù tutto il resto” - ha
subito l’onta della polemica per l’utilizzo in uno spot pubblicitario. La
critica letteraria, invece, pare averla persa di vista, se non fosse per
l’impegno di pochi, e tra questi Tomaso Kemeny (tra l’altro firmatario di una
nota nell’aletta del volume della Desideri) che dal poemetto in morte di André
Breton (28 settembre 1966) fino al recente pamphlet Recanati:
l’Italia unita nella bellezza. 17 marzo 1861-17 marzo 2011, ne ha fatto la
sua bandiera.
Stelle a Merzò aiuta a riconoscere e a difendere la bellezza e Adele Desideri mostra
un passo più sicuro rispetto il precedente Il pudore dei gelsomini (Raffaelli,
2010). È un poema d’amore, un diario scandito per date che s’infiamma con Lei
in trepida attesa e Lui guerriero e focoso, vigoroso fino alla sfrontatezza. Un
amore che sboccia sotto un cielo estivo stellato, in un ambiente di sospesa
naturalità quasi senza tempo se … se non ci fossero le date a scandire nei
titoli delle parti ogni fase. La dimensione del tempo è sempre sottotraccia in
questo aspro dramma tra Eros e Thanatos, quest’ultimo inteso non come fine
fisica ma sentimentale, dove l’invocazione alla dolcezza della morte è
crepuscolarmente evocata (“e non posso dire/ quanto sia dolce con te/ questo
morire”). E c’era un poeta, tra i crepuscolari, che esclamava “Le date: incanto
che non so dire”. Le date non vanno però lette come pure e semplici indicazioni
temporali, ma qui rappresentano un surplus semantico: sono spilli sottili, ma
tenaci, in grado di sopportare il peso della “secretata memoria” anche per
lungo tempo. In fondo, che necessità abbiamo di scrivere una data sotto una
fotografia o cercare di rintracciarla nelle nostre sconnessioni della memoria?
Meglio pensarle, per dirla con Adele Desideri, come “segnali/ di una memoria
mancata,/ di una fallita scommessa”. In Stelle a Merzò, dunque, si
trovano gli appigli del binomio Memoria-Tempo, a principiare da quanto tentato,
nel pieno della passione, dai due amanti: “Fermiamo l’orologio,/ fermiamola,
questa vita” o, mentre “le parole bruciano …/ come i falò nella notte di San
Lorenzo”, provare ancora: “nel canto incessante/ delle cicale, nel verde fosco
della alghe,/ nel cielo nervoso di questo agosto/ smembrato, si ferma il
tempo”. Per memorizzare e serbare il loro amore i due devono alterare la
dimensione spazio-temporale, così non saranno un dì costretti a conservare “i
lacerti di carta/ che attestano il tempo fuggito”. Sottratto il tempo e
appuntati gli spilli alla propria memoria, quando Eros ha ormai perso la sua
forza, si torna alla naturale dimensione spazio-temporale, così come evidente
al 18 agosto. Infatti, se “nell’alcova arrugginita” s’è consumato un amore che
ignora perfino la notte delle stelle cadenti, viene poi “il tempo della
distanza, dell’attesa/ vana, del ritorno solitario ai mestieri quotidiani”. Il poema
si tiene quasi tutto così, come se il pieno dell’amore fosse urlato a bassa
voce, sospeso almeno fino a quando, a giochi fatti, vengono apposti, a
distanza, quegli spilli così tenaci e benefici per la memoria che sono le date.
Francesco
Napoli
Pubblicata in Poesia,
Mensile internazionale di cultura poetica,
anno XXVIII, aprile 2015, n. 303
*Recensione di Francesco Macciò a Adele Desideri, Stelle a Merzò (Moretti&Vitali 2013), in Punto, Almanacco della Poesia Italiana n. 5, 2015, http://media.wix.com/ugd/76395d_b6d023cbbd63406f8c261ce81a203381.pdf , Puntoacapo Editrice, e in http://farapoesia.blogspot.it
*Consiglio vivamente la lettura di questo libro, la cui bibliografia è, oltre che vasta, davvero interessante:
Laura Bosio, Bruno Nacci, Da un’altra Italia, 63 lettere, diari, testimonianze sul “carattere” degli italiani, Utet, 2014
“Esiste un’altra Italia, è sempre esistita. Nostra intenzione non è riproporla con analisi sociologiche o antropologiche, che spettano ad altri, ma semplicemente dare voce, attraverso documenti in prevalenza privati, a un “carattere” italiano poco rappresentato, mentre dilagano i ritratti, spesso grotteschi, dei difetti nazionali: la cialtroneria, la tendenza ad accodarsi al vincitore, lo scarso senso dello stato e della collettività, l’individualismo sregolato, il familismo, il cinismo gaudente, il lamento perenne. Un “carattere” che non solo nel passato, glorioso e irripetibile, ma anche nel presente rivela una diversa tempra morale, una serietà e una tenacia che non di rado si trasforma in abnegazione, nel lavoro, negli affetti, nell’impegno politico, nei gravi momenti dell’emergenza ma anche della quotidianità. Non abbiamo certo voluto riscrivere la storia d’Italia, né raccogliere testimonianze esaustive: a questo lavoro ci ha spinto il desiderio di opporci alla diffusa rassegnazione, o peggio, e insieme la convinzione che in questi tempi di babele delle lingue, e non solo quelle della politica, sia ancora possibile fare affidamento sulla tenuta di un popolo migliore di quello che crede (o vogliono fargli credere) di essere.”
(Dalla quarta di copertina, a cura di Laura Bosio e Bruno Nacci)
“Quando la rugosa pelle della vita quotidiana è infarcita di significato, diventa una sorprendente dolcezza per i sensi” (Virginia Woolf, Orlando, Mondadori, 1933, 2015, pag. 216)
Adele Desideri
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