recensione di Rosa Pierno pubblicata in www.anteremedizioni.it/montano_newsletter_anno11_numero22
Alberto Mori Esecuzioni Fara Editore, 2013
Se il pensiero si riducesse unicamente all’orizzonte in cui insistono gli oggetti che accompagnano la nostra esistenza e fosse limitato al linguaggio da essi veicolato, nel senso che “il medium è il messaggio” del mai sopito sobillatore McLuhan, saremmo catapultati, come difatti accade in queste pagine di Albero Mori, in una bolla, sorta di epochè in cui si possono verificare alcune ipotesi. Non ultima quella della sfera estetica, in cui però questa volta è il linguaggio a farsi promotore. Alberto Mori ha dunque creato una stanza, diremmo, insonorizzata, dove ci sono strumenti musicali o strumenti che producono rumori come il telefono, la sveglia: “Quale luogo? / La rampa delle scale armoniche scoscende / Appunta veloce intervallo pianerottolo / Più tardi swinga nella clip del musical condominiale” e ove a partire da oggetti si costruiscono analogie con lo spazio, si innestano metafore, si rompe la sfera, ma appunto linguisticamente, con abbondante uso delle sinestesie: “Fra narice e pruno / sniffo chitarrista del colore assuono / Dalla tromba ancia FiatoVetro”. In tale guisa, l’ipotesi iniziale è verificata tramite la creazione di un mondo percettivo esclusivamente personale in cui il linguaggio s’incarica di costruire relazioni altrimenti inesistenti: trasparente, vibratile passaggio in cui da oggetti reali si giunge all’io che produce. Ma è un io che si costruisce esclusivamente tramite percetto e che individua nel pensiero estetico, l’unico pensiero d’interesse, ove la logica deve lasciare il passo a una maggiormente sinfonica rappresentazione e a una non meno complessa organizzazione. Così le esecuzioni che Alberto Mori mette a punto sono da vedere e da ascoltare, miracolo, mentre si legge. (R.P.)
9 (0:44)
Nel cerchio carillon giostrante
la nenia abbassa lenta
degrada ed appiatta
Scorre fantasmagoria rotoria
Poi oscillano dita xilophone
14 (2:54)
Tornasole del Reggae
Sguardi lucchettati disserrano
Oscillano ancora in narcosi penombrea
Dea Calypso danza lenta e scatenata
20 (1:44)
Trascorre alternanza
La sequenza si allunga
Varia nelle consecuzioni
Individua la serie
Raggiunge permanenza attiva
nella durata immaginaria
22 (4:05)
La tensione armonica sospinge improvvisa
La linea conchiude le mani
nel disegno tattile in composizione
Al dispiego appena meno labile
annotano evanescenze in battito
35 (1:02)
Battito oscuro
Atemporale della lontananza
Timpani taciuti simultanei
La luce scivola invisibile sulla musica delle sfere
Alberto Mori, poeta performer e artista, sperimenta una personale attività di ricerca nella poesia: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video e alla fotografia. Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni in poesia: tra queste ricordiamo Objects (2010), Financial (2011), Piano (2012) edite da Fara Editore. Sito internet: www.albertomoripoeta.com
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