lunedì 3 settembre 2012

Su Piano di Alberto Mori

recensione di Margherita Rimi
 
La visione del mondo che traspare nel libro di Alberto Mori Piano (Fara Editore 2012) è quella che si percepisce in una dimensione di forme e disposizioni geometriche come: piani, allineamenti, simmetrie, linee e superfici.

Anche i riferimenti al corpo e al mondo esterno risentono di questa percezione. Un esempio è la poesia Supporto del mattino, in cui l’inizio del mattino, in proiezione, diviene quasi una composizione del giorno attraverso la “costruzione della superficie”. In queste dinamiche geometriche anche il corpo adotta un suo movimento specifico di allineamento: “Piedi ravvicinati / Schiena parallela / Risalita”

Gli elementi si muovono in una dimensione surreale come i suoni, così le immagini.

Le parole si dispongono a rafforzare una progressione virtuale: “discende dal cielo San Marco del Tintoretto / Arriva tra la folla / […] Accanto lo schermo interattivo dello sponsor”, e sembrano ora 'connettere' ora 'disconnettere' il lettore.

Lo spazio è poco definito, gli elementi temporali sembrano non esistere più. Fotocamere e schermi raccolgono ed emettono segnali, suoni, in un mondo interattivo in frammentazione, in una luce irreale, talvolta anche in un oscuramento: “Video triangoli nel default del vuoto”, come verso un fallimento della comunicazione.


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