Ciao
a tutti, amici e amiche, dopo alcune piccole peripezie, sono lieto di
annunciare la prossima uscita in Italia del libro NASCITA
VOLATILE,
dell'ormai amica poeta colombiana ANGYE
MARCELA GAONA,
per l’editore Thauma.
Alcuni
di voi, che ringrazio, già conoscono la situazione, essendosi mossi
attivamente in suo aiuto. Chi
non fosse a conoscenza del caso di Angye può leggere l'allegato a
questa mail. Nel mese di agosto è ripreso il processo. Dopo la
mobilitazione internazionale (proprio ieri Angye mi ha detto di essere
molto felice per il "rumore" fatto da artisti di tutto il mondo,
per le numerose lettere e video che mi ha confermato essere giunte al
giudice), dopo aver diffuso i nostri volantini,
dopo aver realizzato il video appello, resta un'ultima cosa che possiamo
fare per Angye, per aiutarla in maniera ancora più concreta: con
un contributo economico, vi invito, chi fosse interessato, a prenotare,
rispondendo direttamente a questa mail,
questo nuovo gioiello che andrà ad arricchire la collana poetica
internazionale di Thauma
Edizioni. Il
costo è pari a 15€.
Il libro potrà esservi da me consegnato, per chi ne ha la
possibilità, durante i nostri prossimi incontri, oppure spedito
all’indirizzo che preferite (vi chiedo gentilmente di
scrivermi direttamente alla mail garbinandrea@yahoo.it ) senza spese di
spedizione aggiuntive.
Sperando
di fare cosa gradita, vi lascio dunque un estratto della prefazione,
e due testi che trovate nell'allegato.
IN
USCITA A SETTEMBRE 2012
per Thauma Edizioni
NASCITA
VOLATILE, di Angye Marcela Gaona
traduzione di
Andrea Garbin
(copertina di Alexandre Gomez Vilas Boas)
Dalla
prefazione di Andrea Garbin:
Nella
poesia “Il
corpo si fa nuvola”
troviamo il verso che dà il titolo all’opera: “nascita
volatile dell’immenso orizzontale”. La
congiunzione dei due aggettivi immenso
e orizzontale
crea un sostantivo che Angye Gaona definisce, in un nostro dialogo,
come un momento di calma in luogo di una catastrofica agitazione, che
però
non sia la morte, ma qualcosa a un passo da un altro stato della
materia, della forma, del sentito, delle relazioni sociali, delle
aspettative di vita. Questa nascita non è permanente né definitiva
ma
volatile, istantanea, fugace. Per rendere meglio l’idea, usa il
termine buddhista
Satori.
L’illuminazione individuale, quel lampo di consapevolezza
improvvisa e intuitiva che apre a una sensazione di spazio infinito.
Ed è proprio in questo stato che il sogno e il reale riescono a
fondersi perfettamente in un'unica entità dove ogni cosa è viva,
aperta,
dove anche “la
strada sogna che porta al mare / mentre ascende al vulcano / o
attraversa la grande palude”.
In anteprima due testi:
Sud
La strada sogna che porta al mare
mentre ascende al vulcano
o attraversa la grande palude.
La strada al bordo dell'oceano
ricorda la neve e la cecità,
il segreto della laguna,
lo sproloquio della giungla.
La memoria della strada è nomade:
transitano i ricordi in qualunque senso del tempo,
portano più in qua, più in là.
La strada raccoglie aromi svaniti,
lascia utensili dimenticati accanto a sguardi spezzati,
contiene addii che molteplici
si rifrangono nel retrovisore.
Occasionalmente la strada ritorna
portando con sé
il paesaggio l'età l'impronta.
La strada sogna che porta al mare
mentre ascende al vulcano
o attraversa la grande palude.
La strada al bordo dell'oceano
ricorda la neve e la cecità,
il segreto della laguna,
lo sproloquio della giungla.
La memoria della strada è nomade:
transitano i ricordi in qualunque senso del tempo,
portano più in qua, più in là.
La strada raccoglie aromi svaniti,
lascia utensili dimenticati accanto a sguardi spezzati,
contiene addii che molteplici
si rifrangono nel retrovisore.
Occasionalmente la strada ritorna
portando con sé
il paesaggio l'età l'impronta.
Riunione
Siamo
luce, quando ci riuniamo
in
questi ed altri tempi,
in
segreto e senza dire molto
intuiamo il cammino del fuggiasco
intuiamo il cammino del fuggiasco
e
cantiamo con gioia,
danziamo:
preambolo di guerra
è il nostro carnevale, portiamo
è il nostro carnevale, portiamo
musica
sotto la ruana.
Siamo
àgape:
piccolo
circolo di amanti.
Dalla
caverna ci chiama il fuoco:
selvaggio, accende la nostra torcia.
selvaggio, accende la nostra torcia.
Siamo
fiamma,
anteprima
del Sole,
ancora
nascosto in questa notte fredda:
pantano, dove coltiviamo la luce
quando stiamo insieme.
pantano, dove coltiviamo la luce
quando stiamo insieme.
Angye
Marcela Gaona è nata a Bucaramanga, nel 1980. Nonostante la sua
giovane età, è già molto attiva sia negli ambienti culturali che
in quelli dell’impegno civile, sociale e politico del suo paese.
Per cinque anni è stata membro del comitato organizzatore del
Festival Internazionale
di Poesia di Medellin.
Nel 2001 ha organizzato la prima Esposizione
di Poesia Sperimentale.
Coltiva la passione per la scultura e per il giornalismo radiofonico.
Nella sua città svolge un’intensa attività di promozione del
valore della poesia. Sue poesie sono state inserite in pubblicazioni
cartacee ed elettroniche, tra cui un’antologia di nuove voci della
poesia colombiana, pubblicata dall’Università di Monterrey
(Messico). Nascimiento
Volàtil, edito nel
2009, è il suo primo volume di poesia, uscito in Colombia con le
illustrazioni di Natalia Rendón, nell’anno in cui ha partecipato
all’Incontro Internazionale di Surrealismo contemporaneo intitolato
La Soglia Segreta,
svoltosi a Santiago del Cile; evento definito come la più importante
esibizione mai realizzata dal movimento surrealista in Sudamerica.
Nel 2010 ha composto il poema sperimantale Los
Hijos del viento (I
figli del vento),
parzialmente tradotto
in catalano, francese e portoghese. È disponibile online al seguente
indirizzo www.wix.com/viento/viento.
La
storia di Angye, madre di una bambina di sei anni, appartiene a
quella delle tante donne che decidono di non accettare la violenza,
le ingiustizie sociali, e quelle forme di democrazia che servono solo
a mascherare una corruzione dilagante. Angye denuncia tutto questo,
nel paese dei narcos, battendosi per una nuova riforma universitaria
e sostenendo, con la sua poesia e con le sue azioni e proteste,
migliaia di prigionieri politici. Viene arrestata sul confine con il
Venezuela, dove si era recata per presentare I
figli del vento, con
l’accusa di narcotraffico. Dall’inizio di gennaio fino al 20
maggio del 2011 diventa lei stessa uno degli oltre 7.500 (secondo
alcune fonti) tra uomini e donne detenuti nelle carceri della
Colombia di Juan Manuel Santos Calderón. Mentre vince il
Festival Metropolitano delle Arti “Mire”,
viene rilasciata per assenza di prove, ma i capi di accusa non
cadono, inizia così per lei la libertà vigilata in attesa di
giudizio. La giustizia colombiana è lenta e sembra fare tutto il
possibile per mortificare gli accusati. Il 23 gennaio 2012 inizia
infatti il processo, che viene però fissato a Cartagena, a 800km da
Bucaramanga, città in cui vivono la sua famiglia e tutti gli amici.
L’accusa che viene fatta ad Angye, e ad altri tre amici arrestati
insieme a lei, è quella di concorso aggravato in associazione a
delinquere finalizzato al narcotraffico e alla rivolta, e il rischio
che corre è quello di dover passare i prossimi venti anni in un
carcere. Recentemente il suo avvocato ha denunciato il taglio dei
testimoni imposto dal Tribunale di Cartagena. Con l’inizio del
processo sono partite alcune campagne di protesta e mobilitazioni cui
hanno aderito numerosi artisti, negli Stati Uniti, in Francia e ora
in Italia. Nel 2012 è stata invitata a partecipare all’Esposizione
Internazionale Surrealismo 2012,
in Pennsylvania (USA), ma la sua situazione giudiziaria fa sì che se
dovesse lasciare la Colombia, secondo la legge di alcuni paesi (tra
cui gli Stati Uniti e l’Europa) potrebbe scattare un mandato di
cattura internazionale. Nel
marzo 2012 la rivista francese La
voix de autres le ha
dedicato un intero dossier in più lingue. In seguito è stata
selezionata per il secondo volume della Revolutionary
Poets Brigade, curato
da Jack Hirschman e Agneta Falk, di prossima pubblicazione.
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